“Dovunque è andato ha sempre portato un cambiamento culturale”. E su Kvara: tecnica, istinto e puro piacere del gioco. Una piccola reincarnazione di Maradona
Dovunque vada, Spalletti porta un cambiamento culturale.
A Napoli si sa che uno come Maradona non ci sarà più, ma si può almeno pensare ad una piccola reincarnazione dell’insostituibile ed irraggiungibile Messia calcistico napoletano. E questa reincarnazione è Kvaratskhelia. Lo scrive la Sueddeutsche.
Il quotidiano tedesco esalta i risultati del Napoli in campionato e in Champions, tra l’altro in un girone per nulla semplice ma sottolinea che a fare impazzire i tifosi è soprattutto il bel gioco che sta mostrando la squadra.
Kvara è stato accolto con scetticismo, ricorda la Sueddeutsche. Tra l’altro in un mercato che ha portato via gente come Ospina, Koulibaly, Fabian, Insigne. Tutti sostituiti da gente poco conosciuta come, oltre al georgiano, Giacomo Raspadori e Kim.
“Nessuno poteva immaginare quali fuochi d’artificio sarebbero esplosi sul prato solo poche settimane dopo”.
Intanto c’è stata la contestazione, che purtroppo il quotidiano tedesco racconta, ricorda. Con in tifosi che hanno coperto di insulti De Laurentiis, protestando per il mercato e chiedendogli di abbandonare il club.
“Ma De Laurentiis ama i riflettori, uno come lui non può essere semplicemente spinto fuori dal club. E credeva nel potere suggestivo del trasferimento di Kvara, di cui nessuno, tranne lui, sospettava quale ruolo centrale avrebbe avuto”.
Sul georgiano:
“Kvaratskhelia inizia le partite come esterno sinistro, ma questa non è altro che una raccomandazione di azione approssimativa: il suo raggio d’azione è l’intero campo, il resto è basato sul piacere infantile e puro del gioco. E sull’istinto: Kvaratskhelia vede spazi che gli altri trascurano, gioca con entrambi i piedi alla velocità della luce, perché può mandare la palla su traiettorie storte con una rotazione sorprendente”.
Ogni volta che calcia sembra stia per cadere in modo sciatto, ma è un’impressione è ingannevole: “è anche estremamente efficiente”.
Ce n’è anche per Spalletti.
“Spalletti è uno dei pochi veri pensatori offensivi nell’Italia difensivista, la terra paradisiaca del cinico calcio di risultati. La sua carriera non vanta ancora un grande titolo, ma dovunque è andato ha sempre portato un cambiamento culturale: il gioco è pensato fin dall’inizio, con il possesso palla e una pressione costante in quelle zone che feriscono particolarmente l’avversario”.
Cosa promettono i risultati del Napoli? Nulla, scrive la Sueddeutsche. Ma “sognare è permesso”.