ilNapolista

La Sueddeutsche: Ronaldo voleva essere più grande del calcio, ma non capisce che il calcio è cambiato 

Ha sempre fatto ciò che voleva, ma oggi il giocatore singolo non è importante come 20 anni fa, conta di più il sistema di gioco degli allenatori

La Sueddeutsche: Ronaldo voleva essere più grande del calcio, ma non capisce che il calcio è cambiato 
05/06/2022 - Uefa Nations League / Portogallo / foto Imago/Image Sport nella foto: Cristiano Ronaldo ONLY ITALY

La Sueddeutsche commenta le ultime vicende che hanno visto protagonista l’attaccante del Manchester United, Cristiano Ronaldo. Nell’ultima partita di campionato contro il Tottenham, l’allenatore, ten Hag, ha lasciato il portoghese nuovamente in panchina e lui, ovviamente irritato per il fatto di non giocare, ha abbandonato la sua postazione ed è tornato negli spogliatoi prima che finisse il match. All’89’ semplicemente non ha più resistito. Naturalmente il suo gesto ha scatenato le polemiche, e anche l’ira dei tifosi dello United.

Ronaldo si è anche scusato, sui social. Scusato a modo suo, in realtà, perché la parola scusa non compare mai nel suo post. Il quotidiano tedesco scrive:

“Sembrava l’ultima, provocatoria, indegna partenza di un giocatore che, pur avendo ancora l’uscita dallo stadio, non trova la fine giusta per la sua carriera”.

“Erik ten Hag, l’attuale allenatore dello United vorrebbe coinvolgere Ronaldo ma come attaccante di riserva solo per alcune situazioni in cui è necessario un marcatore. Sarebbe un ruolo accettabile per quasi tutti gli attaccanti all’età di 37 anni, ma non per Cristiano Ronaldo, numero posteriore 7. Ha trascorso la sua carriera cercando di essere più di un semplice calciatore: CR7 era ed è anche una figura artistica, un modello con un corpo perfetto, la ricerca personificata della perfezione che non ha mai raggiunto”.

“Ronaldo è diventato il primo giocatore a definire per se stesso di essere più grande del club – e forse anche più grande del Calcio in sé. Ha definito i suoi obiettivi come i più belli, si è allenato come voleva e ha giocato come voleva”.

“”Sono la stessa persona (…), che sono stato anche io per gli ultimi 20 anni”, ha scritto Ronaldo nel suo messaggio dopo aver lasciato la panchina. È difficile giudicare dalla distanza, ma si può dire: il calcio non è più lo stesso di 20 anni fa. Anche e soprattutto in Inghilterra, in campo è ormai “the Coaches ‘Game”, Il gioco degli allenatori. I sistemi portano successo, non il Giocatore singolo. È la versione moderna dell’antica saggezza che undici giocatori sono più forti come unità di uno solo. Un attaccante costoso di 37 anni che vuole determinare tutto non si adatta a questo mondo. Anche Ronaldo non vuole adeguarsi”.

ilnapolista © riproduzione riservata