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La Procura ritira le accuse di frode contro Neymar: «Sono stato diffamato per dieci anni»

Il comunicato ufficiale del giocatore del Psg: «Confermato l’esito della giustizia sportiva. Dopo 10 anni e un danno di reputazione incalcolabile»

La Procura ritira le accuse di frode contro Neymar: «Sono stato diffamato per dieci anni»
Lisbona (Portogallo) 12/08/2020 - Final Eight Champions League / Atalanta-Paris Saint Germain / foto Getty/Uefa/Image Sport nella foto: Neymar

La Procura ha ritirato tutte le accuse contro Neymar nel processo che lo vede imputato per frode. I responsabili della comunicazione del calciatore del Psg lo hanno annunciato con un comunicato ufficiale.

“Questo venerdì l’ufficio del procuratore spagnolo ha annunciato il ritiro di tutte le accuse contro Neymar Jr., i suoi genitori, Neymar e Nadine, e la società N&N Consultoria. Dopo le dichiarazioni di tutte le parti coinvolte, testimoni e specialisti, la Procura, sulla base delle prove, ha finalmente ritirato tutte le accuse, emettendo una sentenza definitiva in merito. La Giustizia spagnola, quindi, prosegue la stessa conclusione già raggiunta dalla FIFA e dalla Corte Arbitrale dello Sport (TAS), due tra i massimi organi calcistici, che hanno già espresso e riconosciuto la legittimità del trasferimento al Psg, in una decisione definitiva, come giudizio definitivo. Dopo quasi dieci anni dal trasferimento e dopo ogni tentativo diffamatorio, parziale e negligente da parte di accusatori privati, che ha causato un danno reputazionale incalcolabile, il caso è definitivamente archiviato”.

Il processo è iniziato il 17 ottobre presso il Tribunale di Barcellona. Il fatto riguarda il suo contratto con il Barça. L’accusa aveva chiesto due anni di reclusione per l’attaccante brasiliano e il pagamento di una multa di dieci milioni. Lo scriveva El Paìs qualche settimana fa.

Il processo è la (tardiva) conseguenza di una denuncia presentata sette anni fa dalla DIS, società brasiliana specializzata di calciomercato. L’azienda possedeva il 40% dei diritti federativi del giocatore quando giocava al Santos. Li aveva acquisiti nel 2009, quando l’attaccante aveva appena 17 anni, per un prezzo equivalente a circa due milioni di euro. La DIS, dunque, ritiene di essere stata vittima di un inganno architettato dal giocatore, dai suoi parenti e dal Barcellona e chiede un risarcimento di oltre 150 milioni di euro. «Il Barcellona e il giocatore hanno infranto le regole della FIFA e alterato la libera concorrenza nel mercato dei trasferimenti», disse la società nel 2016, quando, una volta terminate le indagini giudiziarie, sono state presentate le accuse.

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