“Highbury Library”, li sfottevano: troppo eleganti e silenziosi per spingere la squadra. Il club li ha aiutati a organizzarsi meglio
“All’interno dell’Arsenal c’è la sincera convinzione che l’atmosfera dello stadio sia una causa, piuttosto che una conseguenza, dell’impennata di forma della squadra”. L’Arsenal primo in classifica in Premier, un punto avanti persino al City di Haaland, ha riacceso l’entusiasmo di tutti e gonfiato d’orgoglio anche gli ultras. Il New York Times dedica un pezzo a questa trasformazione: “In uno stadio a lungo deriso come uno dei più tranquilli del calcio inglese, una folla che era diventata una pubblicità dei pericoli della gentrificazione del gioco – troppo elegante, in effetti, per spingere la sua squadra – ha improvvisamente trovato la sua voce”. Highbury Library, li chiamavano: silenziosi come in biblioteca, il senso.
Merito, anche della “determinazione della società stessa di permettere di risolvere un problema che risaliva ad almeno una generazione”.
La colpa della reputazione dell’Arsenal come posto troppo tranquillo e sommesso è spesso attribuita all’addio ad Highbury. “E’ come se ci avessero lasciato l’anima”.
“Indiscutibilmente, il nuovo stadio ha accentuato i problemi. Gruppi di tifosi che stavano insieme a Highbury si sono trovati improvvisamente separati. Il design dell’Emirates ha tolto concentrazione. Highbury vantava i poli gemelli del Clock End e della North Bank”.
L’Arsenal non vinceva più granché e intanto i prezzi aumentavano. Il pubblico ha alzato l’età media, anche per disponibilità economiche.
Alla fine è intervenuto il club. “L’Arsenal non è stato l’unico tra i club della Premier League a cercare di risolvere l’enigma presentato dall’appeal globale del campionato: come mantenere intatta l’atmosfera quando il suo stadio era, sempre più, pieno di ospiti corporate e turisti in gita lì per provare l’esperienza, piuttosto che contribuire ad formarla”.
Il club, su istigazione dei giocatori, ha abbracciato il lavoro di Louis Dunford, un cantautore locale; una delle sue canzoni, conosciuta come “North London Forever”, è diventata una sorta di inno non ufficiale dell’Arsenal, suonato prima dell’inizio di ogni partita all’Emirates. Altri cambiamenti sono stati piccoli, appena percettibili: il club ha reso più facile per i tifosi vendere i biglietti per le partite a cui non possono assistere e ha avvertito che gli abbonati che lasciano regolarmente i loro posti vuoti saranno privati degli abbonamenti. La società poi ha spostato in massa gli ultras per tenerli uniti. Il loro nuovo slot, in quello che dal 2010 è noto come Clock End, è in prima linea. L’acustica è molto migliore. I tifosi si fanno sentire molto di più.
“Dopo due decenni di tentativi, l’approccio sembra aver funzionato”, conclude il Nyt.