«Guardare le partite in piedi aumenta la socializzazione e si genera più empatia»
L'Uefa sta sperimentando in alcuni stadi europei la safe standing area. Tutto parte da uno studio del Politecnico di Milano oggi su Il Foglio Sportivo

Mg Madrid (Spagna) 01/06/2019 - finale Champions League / Tottenham-Liverpool / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Liverpool
Nella stagione in corso, la Uefa ha avviato una fase di sperimentazione della safe standing area, una zona in cui allo stadio si può tifare in piedi. Una prova valida per i match di Champions, Europa e Conference League in Inghilterra, Germania e Francia. Ad invogliare la Uefa in questo senso è stato uno studio indipendente commissionato al Politecnico di Milano. Il Foglio Sportivo oggi ne scrive, intervistando chi ha firmato la ricerca, il team del master in Sport Design and Management, guidato dal professor Emilio Faroldi. Lo studio ha coinvolto 30 federazioni sportive, club ed esperti. Guardare le partite in piedi, dicono gli esperti, aiuta la socializzazione e genera maggiore empatia.
«Guardare la partita in piedi è molto più ingaggiante: l’empatia che si genera con il campo è maggiore, la socializzazione pure. Si tratta di non vivere lo stadio come una poltrona».
E’ ancora vivo il ricordo delle tragedie avvenute sugli spalti europei, durante le partite, come per l’Heysel o Hillsbourough. Lo studio del Politecnico è inequivocabile:
«Non c’entra come si guarda la partita (seduti o in piedi), e ancor meno il tipo di tribune. Riguarda invece il design e la gestione di flussi di ingresso e uscita dallo stadio, e la loro gestione durante le partite (dimensione corretta dei settori, divisione, percorsi di connessione tra gli ingressi e le varie aree…). In generale, anche in tempi recenti, va sottolineato che, se non adeguatamente gestiti, i posti a sedere possono essere un fattore che contribuisce ai disastri».
Il team spiega che in realtà molti club non hanno mai tralasciato una porzione degli stadi per il tifo in piedi.
«In realtà già nel 2001 alcune squadre come Chelsea, Manchester City, Manchester Utd, Cardiff e Tottenham avevano avviato studi per realizzare una Green Guide, che conciliasse la sicurezza e il safe standing. La prima squadra a riportare in vita tali settori, nel 2016, è stato il Celtic, mentre tra le inglesi il Tottenham, che oggi conta ben 10mila posti in piedi, nel nuovo White Hart Lane».
L’analisi del Politecnico classifica anche i diversi tipi di tecnologia che oggi il mercato offre per conciliare sicurezza e tifo in piedi. Come le crash barriers, cioè le barriere che corrono parallele al campo di gioco e hanno il compito di frazionare la folla sulle gradinate.
«Sono diffusissime in Germania, per esempio nel “Muro giallo” del Borussia Dortmund. Ci hanno spiegato quanto lungo e costoso fosse, negli scorsi anni, montare e smontare i seggiolini a ogni gara di Champions o Europa League, per rendere quel settore a norma secondo i criteri Uefa».
Negli stadi inglesi, invece, sta prendendo sempre più piede la rail seating technology, ovvero file sterminate di seggiolini, già divisi in file separate tra loro, che si possono bloccare chiusi col semplice uso di una chiave.
«Sono preferibili, secondo la Uefa, poiché garantiscono l’associabilità del biglietto nominale a un posto fisso. Qui si può seguire la partita seduti o in piedi, anche appoggiandosi alla balaustra davanti».
Infine, c’è la più sofisticata Kombi Seating Technology.
«Il seggiolino si sfila direttamente dalla struttura della gradinata. Sono più costosi e chiedono un certo tempo per aprirli e chiuderli: il caso più noto è quello dell’allianz Arena di Monaco».