Ha bisogno di tenere il Napoli sul pezzo. Anche i continui rimproveri a Kvaratskhelia fanno parte della strategia: nello spogliatoio non devono esserci gelosie

Quella di Spalletti è una precisa strategia per tenere alta la tensione nel suo w, scrive Roberto Maida sul Corriere dello Sport. Anche i continui rimproveri a Kvaratskhelia, uno dei migliori giocatori che ha a disposizione, risponde alla volontà dell’allenatore di non sbilanciare gli equilibri all’interno dello spogliatoio. Spalletti vuole togliersi di dosso l’etichetta di incompiuto ed è fondamentale evitare che il Napoli commetta passi falsi. Anche dopo il 6-1 rifilato all’Ajax, l’allenatore si è presentato davanti ai microfoni delle tv come se fosse scontento, arrabbiato. Aveva un obiettivo preciso, scrive il quotidiano sportivo.
“Sembrava scontento anche ad Amsterdam, dopo aver disintegrato l’Ajax. Ma aveva un obiettivo preciso, imparato dall’esperienza di 27 anni in panchina: mantenere l’equilibrio nel periodo dei grandi sogni. Luciano Spalletti in cuor suo sente di vivere un’occasione. E si adopera, anche nella comunicazione, perché nessuno si senta arrivato al traguardo quando ancora si scorgono all’orizzonte le asperità del percorso. Calma, domani c’è allenamento e si ricomincia da capo”.
È lui l’artefice del successo di questa squadra, che ha ridotto il monte ingaggi in due anni e oggi è al vertice della classifica di Serie A e del girone di Champions League.
“Il trionfo delle idee. L’allenatore che insegna, accende, discute, travolge, si sta intrufolando nella sala vip dei colleghi più vincenti e celebrati, con la sfida più ambiziosa: scrollarsi di dosso l’etichetta di incompiuto, di professionista bravo ma non bravissimo, quello che viene sempre giudicato da 7 ma mai da 9”.
La sua carriera non è priva di successi,
“ma non ha mai superato il passaggio a livello che conduce nel privé dei migliori, pur conoscendo la materia come pochi”.
Anche i continui rimproveri a Kvaratskhelia sono frutto di una strategia.
“Ma anche questa è una strategia. Se gli elogi vengono rivolti a un solo giocatore, perché talentuoso e appariscente, i compagni di squadra possono soffrire di gelosie o addirittura mutuarne i difetti senza possederne i pregi. Almeno così la vede Spalletti. Che nei fatti, però, al georgiano non rinuncia mai”.