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CorSport: quello del Napoli è un football sexy

Spalletti celebra il gregariato. Il Napoli 2 è un parente strettissimo del Napoli 1, non un surrogato. La squadra sembra conservi tutto in un hard disk

CorSport: quello del Napoli è un football sexy
Db Napoli 26/10/2022 - Champions League / Napoli-Rangers / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giovanni Simeone

Il Napoli disegna un “calcio speciale”, anzi, “spaziale”, scrive il Corriere dello Sport. Un calcio che è

“figlio di un Progetto superbo e rivoluzionario e riconosce a De Laurentiis che l’ha sostenuta coraggiosamente, a Giuntoli e all’area tecnica che l’hanno costruito con competenza ed a Spalletti che genialmente l’ha plasmato, paternità e credibilità di respiro internazionale”.

Ieri contro i Rangers Spalletti ha schierato sei giocatori diversi rispetto all’ultima partita, ma il risultato non è cambiato: vittoria e tre gol, firmati da quelli che l’allenatore definirebbe non riserve ma “non titolari”.

Il Napoli-2, con sei volti nuovi rispetto all’Olimpico di Roma, è il parente strettissimo del Napoli-1 e non certo un surrogato, è la derivazione plastica di quell’idea che Luciano Spalletti ha portato in giro per un trentennio e che stavolta sublima con la chimica che si ritrova ma guardandosi dentro, tra campo e panchina”.

Spalletti celebra il gregariato.

“Ma il Napoli non è “semplicemente” la più alta espressione del calcio moderno, perché in una serata incantevole Spalletti celebra il cosiddetto “gregariato”, figure nobili costrette al sacrificio fisico estremo per le stelle: e il Napoli diventa del professor Mario Rui o del ciclopico norvegese Ostigard, dell’imponente Ndombele o della “leggerezza” di Elmas (che vengono invertiti come mezze ali), d’un tridente tutto nuovo e inedito che tra Politano, Simeone e Raspadori non offre centimetri ma eleganza”.

Nonostante il tecnico abbia lasciato in panchina Kvaratskhelia, Osimhen e Zielinski (subentrato nel finale di partita), per citarne solo alcuni, il Napoli è riuscito comunque

“a restar se stesso con una squadra che sembra abbia tutto conservato in un hard disk. C’è una produzione surreale d’occasioni in quel football sexy che turba, che lascia declamare, alla fine della quinta vittoria in Champions, i
numeri da brividi – senza enfasi – di chi ne ha fatti quattro al Liverpool, tre a Ibrox, sei all’Ajax nel tempio dedicato a Cruijff, altri quattro agli olandesi nella sacralità del Maradona e poi tre, di nuovo ai Rangers”.

 

 

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