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Bruno Siciliano, lo scienziato che perde i freni inibitori per il Napoli

Intervista al CorMez: «Quando il Napoli perde non sono dell’umore giusto. Dopo la sconfitta col Milan ho rinviato la seduta». 

Bruno Siciliano, lo scienziato che perde i freni inibitori per il Napoli

Sul Corriere del Mezzogiorno un’intervista a Bruno Siciliano, professore ordinario di Automatica all’Università di Napoli Federico II. Un luminare della robotica e un tifoso accanito del Napoli: è abbonato dal 1966. Segue il Napoli ovunque, anche in trasferta. Martedì era ad Amsterdam. Un suo video dalla Johan Cruijff Arena è diventato virale su Twitter.

«Sì, il video è arrivato anche nella chat dei miei studenti. Sa che cosa mi hanno detto? Oggi era il giorno buono per sostenere un esame visto che è così felice per la vittoria della sua squadra del cuore».

Nel finale c’è anche una parolaccia.

«No è uno sfogo»

Lei è un professore severo? Qualcuno la critica per la sua passione un po’ fuori le righe per il calcio?

«Solo quando il Napoli perde non sono dell’umore giusto, diciamo così. Ma sono ovviamente esigente e pretendo che gli esami siano fatti bene. Dopo la sconfitta nel marzo scorso contro il Milan al Maradona ero un po’ arrabbiato: ho rinviato la seduta e qualche studente in una scheda anonima mi ha criticato. Ma onestamente me ne frego. Senza falsa modestia per me parlano i miei lavori, gli studi e i riconoscimenti in tutto il mondo. Non cerco di nascondere la mia passione e i miei studenti lo sanno. Quando ho finito la lezione lunedì ho indossato subito la mia sciarpa azzurra e sono partito».

Se le capitasse un allievo che non è tifoso napoletano? Che fa lo boccia?

«No, ma lo bacchetto di brutto. Gli faccio capire quanto abbia sbagliato ad abbracciare una diversa fede calcistica. Amo la napoletanità a tutti i livelli. Insegno e spiego dei concetti anche difficili in dialetto. Lunedì a lezione ho definito una matrice rettangolare bassa, matrice “coccata”; una alta, matrice “allerta”: se si riesce a colorare un concetto poi diventa efficace dal punto di vista pedagogico. Ed infatti agli esami i miei studenti ripetono queste definizioni e nessuno si è mai lamentato di nulla. Le mie lezioni sia da remoto che in presenza sono molto seguite e appassionano».

Ad Amsterdam non ha dubitato del fatto che potesse essere la grande serata del Napoli, nemmeno quando l’Ajax è andata in vantaggio.

«Io capisco subito quando il Napoli è in palla. Così come capisco se uno studente all’esame scritto ha copiato un compito o è farina del suo sacco. Martedì la squadra era in grande forma e lo ha dimostrato già nel primo tempo. Alla fine il video dei “l’amma data sei pallune” è nato spontaneamente. Mi trasformo in un tifoso accanito. Sono fatto così e non me ne vergogno».

Ora ritornerà a casa e all’Università, i suoi studenti la aspettano per le sue lezioni.

«Macchè, c’è la trasferta di Cremona, mica posso perderla. Prima il concerto degli Editors con mio figlio a Rotterdam, poi oggi si va Milano dove ad attenderci ci sarà l’altro figlio Alberto: e tutti allo Zini. Lunedì aereo alle 7 a Malpensa e pronto per la mia lezione a Napoli alle 8.30. Arriverò un po’ in ritardo, ma i miei studenti capiranno: ormai se ne fanno una ragione. La trasferta è partita dalla mia aula di Ingegneria e si concluderà lì, una piacevole consuetudine che sublima le mie due passioni».

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