Il suo ex allenatore al Lille ne tesse l’elogio a L’Equipe. E il quotidiano scrive: «È un portiere completo e moderno, deve solo migliorare in Champions»
Le sue prestazioni con il Lille prima e con il Milan poi hanno stabilito un fatto ovvio: Mike Maignan è chiamato a succedere a Hugo Lloris come portiere titolare della Francia. Lo scrive L’Equipe, aggiungendo che ciò accadrà dopo il Mondiale. Maignan ha tutte le risorse per incarnare la prossima generazione della Nazionale.
Franck Mantaux, allenatore dei portieri a Lille quando c’era il numero uno rossonero, dice di lui:
“È molto potente ed esplosivo, sia con la gamba destra che con la gamba sinistra, anche a piedi uniti. E’ un atleta, questo è ciò che gli dà forza”.
L’Equipe elogia le prestazioni di Maignan in Serie A, le sue parate decisive nella scorsa stagione e la percentuale di parate dei rigori. Mantaux dichiara:
“È molto interessato allo studio dei video dei tiratori, ai rigori ma anche ai calci di punizione e agli angoli. Ha questa capacità di analizzare le angolazioni dei colpi, di adattarsi in relazione al colpo di slancio… Poi è tutto nell’istinto, nel talento e c’è anche una componente di “incertezza” in chi tira il rigore. Quando il giocatore prende la palla, Mike lo guarda, è molto concentrato, va un po’ verso di lui, senza scadere nella provocazione. Anche questo impatto psicologico continuerà a crescere”.
Maignan ha una sua routine: braccia alzate, piedi ancorati sulla linea, occhi fissi sulla corsa del tiratore, pochissime indicazioni prima dell’attacco e un tuffo esplosivo che gli permette di non essere in ritardo nonostante la potenza del tiro.
Il quotidiano francese sottolinea una differenza tra lui e Hugo Lloris: quest’ultimo può essere un “bersaglio” del pressing dell’avversario, mentre Maignan brilla per la sua serenità palla al piede.
“Si adatta al gioco, ha un pensiero e una comprensione superiori alla media. E poi è abile con entrambi i piedi. Ama il gioco. A volte può peccare per eccessiva ingordigia o fiducia, ma sono dettagli. E’ una Formula 1. E poi acquisirà ancora maturità, saggezza”.
Al di là delle sue parate e del suo contributo tecnico palla al piede, Maignan sa come imporre la sua lettura del gioco per consentire alla sua linea difensiva di stare più alta mantenendo la fiducia.
Mantaux continua:
“Simboleggia la ricerca permanente di quello che io chiamo “arresto completo”. Non si tratta solo di deviare la palla in angolo, ad esempio, ma di porre fine all’azione avversaria. È lo stesso del riavvio del gioco: dopo che si è fermato, devi sapere come proseguire, riavviare a terra o con il gioco medio-lungo. Mike è uno dei portieri che meglio simboleggiano questo concetto. Non appena ha la palla, si proietta in avanti. Dà un ritmo dinamico ai suoi compagni».
C’è solo una pietra miliare da superare, scrive L’Equipe: mantenere il suo livello di prestazioni anche nelle partite di Champions League, una competizione in cui finora non ha brillato e dove concede gol tre volte di più rispetto alla Serie A (2.1 contro 0.7 in Serie A lo scorso anno), è meno decisivo sulla sua linea (61.7% di parate contro 76.6%) e con la palla al piede (61% di passaggi riusciti contro 76%). Nei prossimi mesi, si tratterà di riempire questo divario per scacciare gli ultimi dubbi.