Libero: solo Mancini dà ancora fiducia a Bonucci, ma la Nazionale non può essere un premio alla carriera
Il capitano della Juve è stato scaricato da Allegri e dai suoi tifosi, il suo rendimento nelle ultime stagioni è calato, non ci si guadagna così la maglia azzurra

Db Torino 21/12/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Cagliari / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Leonardo Bonucci
“L’unico che ha piena fiducia in Leonardo Bonucci, a parte Leonardo Bonucci, è il ct della Nazionale. Mancini convoca il centrale della Juventus a prescindere dal rendimento del momento, dai suoi atteggiamenti e da tutto perché è il capitano dell’Italia per numero di presenze (116) e il riferimento designato per il nuovo corso, o presunto tale, ora che il dirimpettaio Chiellini ha appeso la maglia azzurra al chiodo. Ma si può costruire il futuro con un leader che appartiene ormai al passato?”.
Lo scrive Claudio Savelli su Libero. Bonucci è stato scaricato sia dal suo allenatore, Allegri, che a Monza lo ha tenuto fuori, nonostante stesse bene fisicamente, sia dai suoi tifosi, che con un comunicato pubblico lo hanno accusato di non essere un leader. L’unico che ancora punta su di lui è Mancini, appunto. Ma il rendimento di Bonucci in campo non giustifica la scelta.
“Gli intercetti, qualità di un difensore con l’animo da libero, sono in calo costante: negli anni d’oro con Conte e il primo Allegri oscillava tra 1.8 e 2.5 partita, nelle ultime tre stagioni sono scesi a 1.2, 1.1 e 0.7 attuale. Idem per i contrasti, da 1.6 a 0.7. Gioca per la qualità nei passaggi? Per trovare una percentuale di precisione inferiore all’84,7% attuale in A bisogna tornare alla stagione 2010/11, quando ancora era un talento acerbo: 79.3%”.
Bonucci non era presente contro la Macedonia del Nord, quando l’Italia è stata esclusa dal Mondiale, è vero, anzi, era in finale contro l’Inghilterra ed ha pure segnato.
“Ma è durante la stagione che un giocatore si dovrebbe guadagnare la Nazionale. Non dovrebbe di certo averla per diritto divino o per un premio alla carriera: il calcio è presente e futuro, non passato”.