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Le zuffe del calcio e le imprese di basket e pallavolo: due mondi che non si parlano

Da un lato lo sport, dall’altro le solite beghe di casa nostra. Il calcio colleziona brutte figure, ma forse vende anche per questo

Le zuffe del calcio e le imprese di basket e pallavolo: due mondi che non si parlano
Katowice (Polonia) 11/09/2022 - Finale Coppa del Mondo Pallavolo maschile / Italia-Polonia / foto Imago/Image Sport nella foto: Italia ONLY ITALY

C’era da perderci la vista. Due schermi appaiati: su uno la nazionale di pallavolo che vince il Mondiale – tutti che si abbracciano, una festa – sull’altro la Juve che insegue l’arbitro – tutti che si abbracciano, una rissa. In contemporanea, o giù di lì, si dispiegavano i due mondi dello sport italiano. Il bello e il brutto, il buono e il cattivo, l’alto e il basso, il nazional e il popolarissimo. L’Italia spaccata, entrambe le sponde a non capirsi. E gli sportivi in mezzo, in un fossato, ad avvilirsi un po’ per questa straniante dicotomia.

Il calcio malridotto che s’ostina ad accumulare figuracce vende un sacco, il basket che firma un’impresa epica agli Europei e l’Italvolley campione del mondo per quarta volta (l’unica nazione a riuscirci, nella storia, manco esiste più: l’Urss) ridotti a figuranti sulla prima pagina del primo giornale sportivo italiano. Nello sfoglio interno persino in coda alla storiaccia di corna della ex famiglia Totti.

Oggi i due partiti, il calcio-Var e gli altri sport vincenti, abitano due pianeti. Su uno la folla s’accanisce sui social disegnando linee e proiezioni ortogonali per dimostrare l’esistenza del fantasma Candreva nei filmati del fuorigioco fischiato alla Juve. Sull’altro tutti al Quirinale, e poi a Palazzo Chigi, ad ascoltare compunti le parole riconoscenti di Mattarella e Draghi. Più che mondi difformi sono proprio galassie, universi.

Lo stesso presidente della Repubblica, col solito sarcasmo istituzionale, ha sancito la diversità quasi antropologica con tre parole ben piazzate:

“Aver consegnato il primo set ai polacchi è stato un bel gesto di cortesia per lo sportivissimo popolo polacco. E’ un tratto tipico della pallavolo, questo: la correttezza, il rispetto reciproco. Un esempio per tutti gli altri sport, alcuni dei quali hanno questi tratti, altri ne hanno in verità un po’ meno…

Il calcio continua a darsi suo malgrado una rappresentazione opaca, sforzandosi peraltro di raccontarsi virtuoso, meritevole di aiuti ed attenzioni. Ma è un allestimento, una messa in scena. Poi ogni domenica – anche più volte nella stessa giornata – le quinte crollano mettendo a nudo il triste spettacolo cui siamo vaccinati: le simulazioni, le proteste, i complotti, i retropensieri. Ad un certo punto dovrebbe far pace con la sua peculiarità – il circo, le zuffe, una certa affascinante sporcizia di fondo – e spendersela meglio, come un brand.

Hai voglia a vincere un Mondiale, o a battere l’imbattibile Serbia del miglior giocatore dell’Nba. La partita degli altri sport è ingiocabile: l’esempio è sterile se chi dovrebbe trarne un insegnamento poi cambia canale perché c’è un gol dubbio annullato alla Juve. I due mondi non si parlano. Lo sportivo oggi in Italia è un mediatore culturale.

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