Velasco: «talento è avere capacità di apprendimento. Maradona ha imparato a giocare per la squadra»

Al Corsera: «Ha imparato a passare la palla, il gol contro l'Inghilterra è un unicum. Jacobs e Tamberi? Tanti cantanti hanno fatto indovinato una canzone»

Maradona

1987 archivio Storico Image Sport / Napoli / Diego Armando Maradona-Giulio Nuciari / foto MB/Image Sport

Julio Velasco, storico allenatore della Nazionale di pallavolo, intervistato dal Corriere della Sera.

Perché, come per Jacobs e Tamberi nell’atletica, qualcosa poi è andato storto…

«Le attenzioni su di loro sono cresciute a dismisura dopo gli ori olimpici, ma il momento negativo può anche non essere correlato. I sillogismi nello sport non funzionano. Può darsi che stiano solo attraversando un momento negativo e torneranno a vincere. Oppure no. Quanti cantanti hanno fatto una canzone di grandissimo successo e poi più niente? Godiamoci questi ori e poi, se ne vinceranno altri, godremo ancora».

«È difficile definire il talento. L’immagine più comune è di chi riesce a fare in maniera naturale anche le cose più complesse, ma secondo me non basta. Credo che il talento sia chi, oltre a questo, abbia una spiccata capacità di apprendimento. Prendiamo Maradona: da giovanissimo passava molto la palla? Non credo. L’ha imparato. Una volta, in Argentina, chiesi ai miei giocatori: “Quanti gol ha fatto come il secondo contro l’Inghilterra nel 1986?”. Nessuno. E perché uno col talento di Maradona non ci provava sempre? Perché ha imparato che per giocare a calcio – e vincere – serve anche altro».

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