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Storcere il naso su Kepa è roba da ricchi. Anche Reina e Ospina arrivarono da “scaricati”

Magari il Napoli prendesse il portiere basco. Quando sei un club piccolo, o punti sui giovani o sugli ex grandi in cerca di riscatto. Non c’è altra via

Storcere il naso su Kepa è roba da ricchi. Anche Reina e Ospina arrivarono da “scaricati”

Il calcio è come la vita: è bello perché è vario. Ciascuno ha il suo punto di vista e ogni posizione è rispettabile. Il professor Trombetti qui sul Napolista ha espresso i suoi dubbi sull’operazione Kepa. Legittimo. Nel calcio è stato discusso Ancelotti (nella nostra città ancora lo è), più di qualcuno grida “vade retro” davanti all’ipotesi Cristiano Ronaldo, figuriamoci se non si possa essere scettici sul portiere basco.

In soldoni il prof dice: Kepa è un’operazione rischiosa, viene da due stagioni in panchina. Qualora (sottolineato qualora) dovesse andar bene, si rilancerebbe e andrebbe via perché il Napoli non potrebbe mai garantirgli i nove milioni di ingaggio che oggi percepisce. E quindi è un’operazione che cozza con la natura della rifondazione del Napoli.

A nostro avviso, invece, Kepa sarebbe un grande colpo del Napoli. Grandissimo. Come lo fu Reina ormai quasi dieci anni fa. In pochi ricordano che quando fu contattato da Benitez, Reina era un portiere scaricato dal Liverpool. Brendan Rodgers fece acquistare Mignolet dal Sunderland. Su YouTube erano molto visualizzati i video delle sue papere. Anche Pepe arrivò in prestito (e l’anno dopo, sciaguratamente, De Laurentiis se lo lasciò sfuggire un anno in parcheggio al Bayern perché non raggiunse l’accordo sullo stipendio). Reina sostenne le visite mediche con Higuain a Villa Stuart. Se ricordate bene: tutti, giornalisti e tifosi, erano concentrati solo su Higuain. Reina non se lo filava nessuno, prese le sue borse dal portabagagli come un signore qualsiasi. E anche allora, ricordiamolo, il Napoli diede vita a un progetto di rilancio con acquisti di giocatori sconosciuti al grande pubblico (non agli operatori del calcio) tranne Higuain.

Ancor più efficace di Reina, è l’esempio di Ospina oggi rimpianto senza sosta dalla tifoseria. Arrivò quattro anni fa – voluto da Ancelotti – dopo aver raccolto la miserie di undici presenze in Premier League nelle ultime tre stagioni all’Arsenal. Nelle ultime due faceva il portiere di Coppa: giocò otto partite in Champions e dieci in Europa League. Accettò Napoli (fu chiamato dopo l’infortunio di Meret a Dimaro) perché lì non aveva prospettive.

Quando sei il Napoli (e non il Bayern, il Madrid, lo United), questo devi fare. Assumerti dei rischi. Che a volte significa acquisto di giovani come Kvara e Kim. Altre volte rischiare vuol dire investire su grandi giocatori dimenticati. È il caso di Kepa. Verrebbe a Napoli il portiere più pagato della storia del calcio. Uno che ha vinto l’Europa League giocando da titolare e la Champions da panchinaro. Che in precedenza aveva fatto benissimo al Bilbao, altrimenti non sarebbe stato valutato 80 milioni di euro. Che ha respirato quattro anni l’aria del Chelsea. È un portiere che ha perso alcune certezze, che non si è trovato con Tuchel, ma che ha mezzi tecnici rilevanti. Per quel che ci riguarda, non siamo nelle condizioni di poter storcere il naso per l’arrivo (ancora eventuale) di Kepa. È molto probabile che cambiare ambiente gli faccia bene. Basta vedere quel che sta accadendo a Meret che oggi sembra a dir poco confuso e tre anni fa era uno dei pochi indiscutibili del Napoli.

Per quel che concerne il prestito, ossia l’eventuale investimento a perdere del Napoli che rivaluterebbe un portiere per poi – molto probabilmente – vederlo partire. Anche questo fa parte dei rischi di un club come il Napoli per provare ad aumentare il livello. Bisogna tenere conto anche della peculiarità della piazza: qui lanciare un giovane in porta probabilmente non è possibile, o comunque è operazione molto complessa. Peraltro la Roma vinse lo scudetto con Liedholm anche grazie a Vierchowod che giocò un anno in prestito prima di andare alla Fiorentina. Il calcio è pieno di esempi simili. Le occasioni vanno colte. Se ci dessero Benzema in prestito per un anno, che diremmo? “No, non è coerente col processo di rifondazione”?

Pur con la morte nel cuore per quella che è stata la parabola napoletana di Meret («avrei scommesso tutto su di te» per dirla alla “C’era una volta in America”), oggi il Napoli ha bisogno di un altro portiere. Anche perché, particolare non secondario, l’allenatore non sembra fidarsi di lui (eufemismo) e l’allenatore va ascoltato. Magari Meret in un altro ambiente potrà dimostrare i suoi reali valori, che a nostro avviso sono altissimi. Proprio come fecero Reina e Ospina a Napoli. E ci auguriamo Kepa. Sempre che arrivi.

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