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Sarri: «Per De Laurentiis provo affetto e gratitudine. Certo lavorarci insieme non è semplice»

Al Corsport: «Albiol era di livello superiore, poteva dirigere lui gli allenamenti. Il calcio più vicino alle mie idee fu il Napoli dell’ultimo anno»

Sarri: «Per De Laurentiis provo affetto e gratitudine. Certo lavorarci insieme non è semplice»
As Frosinone 10/01/2016 - campionato di calcio serie A / Frosinone-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri-Aurelio De Laurentiis

Sarri, ovviamente, nell’ampia intervista concessa a Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport, parla molto di Napoli.

A proposito della “squadra che ha espresso il calcio più vicino alle tue idee”, risponde innanzitutto:

«L’ultimo Napoli, quello dell’ultimo anno intendo. Giocava il calcio che avevo in mente, un calcio di coinvolgimento totale.

Cita Albiol

quello che fa la differenza è sempre la disponibilità dei ragazzi, la fame, la voglia di perfezionarsi. Con i “non arrivati” è più facile. In carriera il più veloce a comprendere quello che chiedevo è stato Albiol, difensore di livello superiore. In pochissimo tempo capì tutto, al punto che io potevo anche starmene a casa, l’allenamento avrebbe potuto dirigerlo lui».

Racconta Mertens.

Hai cambiato anche la sostanza tattica di Mertens.

«Avevamo tre esterni d’attacco per due posti, la grande qualità di Lorenzo e l’equilibrio che garantiva Callejòn erano imprescindibili, così Mertens trovava poco spazio. A Bergamo, in dieci contro undici, tolsi Higuaìn e misi Dries centrale. Venti minuti mostruosi, prese due rigori, insomma li fece impazzire. L’anno dopo, quando persi Milik durante la sosta della nazionale – si ruppe i crociati – decisi di riproporlo in quella posizione».

Cosa ti è rimasto dell’esperienza con De Laurentiis?

«Una forma di affetto e gratitudine, mi ha concesso l’opportunità di misurarmi con il grande calcio ed era quello che volevo provare. Poi, certo, lavorarci insieme non è semplice».

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