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Medico dell’Inter: «L’importanza lavoro dei medici? Spalletti lo quantificava in 6-7 punti a stagione»

Piero Volpi alla Gazzetta racconta del caso di Kanu e di Eriksen e poi dell’incubo Ronaldo «Avevamo il migliore del mondo fermo per quasi un anno e mezzo, un’ansia per tutti»

Medico dell’Inter: «L’importanza lavoro dei medici? Spalletti lo quantificava in 6-7 punti a stagione»
Napoli 19/05/2019 - campionato di calcio serie A / Napoli-Inter / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Piero Volpi, ex calciatore dalla carriera piuttosto interessante e oggi dirigente dello staff sanitario dell’Inter da diversi anni, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport quanto conta il lavoro dei medici in uno scudetto

«Tanto: Spalletti quantificava in 6-7 punti a stagione. Per questo investire in questo settore, come fa ora l’Inter, dà un ritorno nei risultati».

C’è la quotidianità, il lavoro di programmazione per la preparazione atletica e poi ci sono i casi speciali, come quello di Eriksen

«Beh, anche quello di Kanu non fu facile: fu operato negli Usa per il rimodellamento di una valvola cardiaca con una tecnica innovativa. Qua nessuno dopo avrebbe potuto fare sport professionistico e, invece, lui ha giocato per anni in Premier. È stato uno dei primi “miracoli” della medicina sportiva. E i progressi ora consentono a Eriksen di giocare con defibrillatore».

Cosa prova nel vederlo scattare allo United?

«Non mi stupisce vederlo là, a quel livello, e ne sono contento: più che “miracolo”, è quasi una eccezione, resa possibile dalle nuove conoscenze che gli consentono di giocare “in sicurezza”. La nostra legislazione, molto più responsabile, però, gli impedisce di farlo qua da noi».

Ma il suo incubo peggiore è stato il ginocchio di Ronaldo

«Curare il ginocchio di Ronaldo è stato molto pesante, stressante: la tendinopatia ha portato a due operazioni. Avevamo il migliore del mondo fermo per quasi un anno e mezzo, un’ansia per tutti».

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