Damascelli: Il tiro all’Allegri è uno sport facile e comodo, ma le responsabilità sono di chi l’ha scelto
Allegri annuncia che la Juventus ha il dovere di vincere il campionato, Arrivabene e Cherubini hanno ricevuto l'imputata di non spendere: chi dice la verità e chi approfitta per scaricare ogni difficoltà sull'allenatore?

Db Ferrara 13/04/2019 - campionato di calcio serie A / Spal-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri
La Juventus non è un cantiere aperto, è un ospedale affollato ma soprattutto è alla ricerca di una identità smarrita, forse persa del tutto
Scrive Tony Damascelli su Il Giornale a proposito della Vecchia Signora e punta il dito su Massimiliano Allegri colpevole, forse di essersi adagiato sulle vittorie passate, ma “non può vivere di rendita come nessuno in un club di livello, forse i due anni di sosta ne hanno condizionato spirito e attenzione”
La Juventus non ha gioco, non soltanto per le assenze importanti, non ha gioco e aspetta la soluzione episodica, il colpo di classe di uno dei suoi, preoccupa lo stato mentale, l’assenza di quel carattere cinico che da sempre l’ha contraddistinta
Esiste una contraddizione interna scrive Damascelli
Allegri annuncia che la Juventus ha il dovere di vincere il campionato, Arrivabene e Cherubini hanno ricevuto l’imputata di non spendere, anzi di tagliare, delle due l’una: chi dice la verità e chi approfitta per scaricare ogni difficoltà sull’allenatore?
Il tiro all’Allegri è uno sport facile e comodo ma nessuno può evitare di ricordare chi l’abbia scelto e chi lo stia gestendo, dunque Andrea Agnelli e con lui Pavel Nedved e ancora Maurizio Arrivabene con Federico Cherubini