La Superlega attacca: il Tour de France o il Sei Nazioni sono contrari agli ideali dello sport perché privati?
Ieri primo round del processo che vede la Superlega contro la Uefa e la Fifa, davanti alla Corte di Giustizia, in Lussemburgo. Oggi nuova udienza

Mg Madrid (Spagna) 13/05/2015 - Champions League / Real Madrid-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Florentino Perez
Ieri in Lussemburgo è iniziato il processo che vede la Superlega contro la Uefa e la Fifa alla Corte di Giustizia europea. La Repubblica racconta le posizioni delle parti.
“La Uefa ha scelto di difendersi puntando su una citazione di Eric Cantona («Non si diventa campioni senza lottare») e su un esempio evocato dal legale Donald Slater: la vittoria del piccolo Sheriff Tiraspol sul campo del Real Madrid. La prova dei «benefici di un torneo aperto, in cui il merito e non il denaro determina il risultato», e in cui solo la Uefa può «garantire lo sviluppo sostenibile del calcio per tutti»”.
La Superlega, invece, ha puntato su altri argomenti. I legali hanno citato il Tour de France e il Sei Nazioni: anche quelli sono tornei privati, non violano lo spirito di competizione sportiva?
“Ma anche la Superlega ha trovato strumenti per attaccare. In particolare, l’avvocato Miguel Odriozola ha puntato sul conflitto d’interessi dell’organismo europeo del calcio, che «governa con il pugno di ferro» e «affonda i progetti alternativi che minacciano il suo monopolio». Ma forse la carta migliore l’ha giocata Fernando Irurzun, il legale di A22, la società madrilena controllante della Superlega. Chiedendo se il Tour de France o il Sei Nazioni di rugby, che ha dietro un fondo di investimento, fossero contrari agli ideali dello sport solo perché organizzati e gestiti da aziende private. E chi, in Europa, sarebbe disposto a censurare due delle manifestazioni più note al mondo?”.
Oggi la seconda udienza.