Gli investitori non sono rimasti affascinati dall’idea di possedere quote del club. Cardinale dovrà ricorrere alle banche d’affari ed Elliott si frega le mani
A giudicare dalla risposta degli investitori americani, il progetto Milan non è poi così affascinante. Il tour di RedBird è finito maluccio. Hanno fatto girare la loro bella brochure, rifinita da professionisti, un fumo apparentemente intrigante ma alla resa dei conti poco arrosto. E l’investitore americano – che è un po’ come il contadino: scarpa grossa, cervello fino – ha sfogliato, ha soppesato, ha mostrato una smorfia scettica e ha tirato innanzi. Davvero lo considerate un progetto su cui varrebbe la pena rischiare i nostri soldi? In fin dei conti RedBird non ha presentato granché, ha provato a vendere l’idea di detenere le azioni di un prestigiosissimo club di calcio europeo e ha cercato di guarnirla con l’illusione di un nuovo stadio. La cui costruzione in Italia quasi sempre si trasforma in Godot, e chi è informato lo sa benissimo. Anche se vive negli States. Non c’è alcun progetto esecutivo per il futuro stadio, siamo al pour parler che da noi può durare anni. Del resto un italo americano, Pallotta, è andato a sbattere il naso contro la costruzione dello stadio.
Pare che se nella migliore delle ipotesi, il ritorno per un investitore sarebbe stato tra il 5 il 10% e secondo alcuni ci stiamo tenendo larghi. Il Milan è una società non quotata ed è quindi considerato un investimento molto rischioso. Normalmente i ritorni, per essere appetibili, devono essere sopra il 15%. I titoli di Stato garantiscono il 4%. Insomma siamo nei dintorni del tentativo di vendere la Fontana di Trevi. Ma il tempo è passato, i Deciocavallo si sono fatti furbi, hanno letto. La Fontana non la comprano più.
E quindi RedBird ora non sa bene che pesci pigliare. L’obiettivo era raccogliere 600 milioni di euro da questa pesca intelligente. Il risultato finale è tra l’insoddisfacente e il catastrofico. Una fetta importante di quei 600 dovrà racimolarli con debiti contratti con le banche d’affari. Altri 600 a debito con la Fondazione Elliott che è lì che aspetta. Non rischia nulla in ogni caso. Non ha niente da perdere. Incasserà i primi 600 milioni e li metterà a pareggio di bilancio sul capitolo Milan. Gli altri 600 li presterà a Gerry Cardinale (il signor RedBird). Se non torneranno indietro, si terrà il Milan senza dover restituire nulla. Altrimenti avrà venduto il Milan a un miliardo e 200 milioni. Un gioco win-win. La Fondazione Elliott dorme sonni tranquilli, RedBird decisamente meno.