El Mundo ricorda la partita che cominciò l’11 luglio 72. In piena Guerra Fredda fu un evento. L’Urss venne sconfitta per la prima volta
11 luglio 1972. El Mundo ricorda i cinquant’anni dell’epica sfida scacchistica tra Boris Spassky campione in carica che venne sconfitto da Bobby Fischer ufficialmente americano in realtà un apolide che morirà senza una casa a 64 anni, 64 come le caselle della scacchiera fa notare El Mundo. Scrive il quotidiano spagnolo:
Il fascino dei campioni è generato dal racconto della vittoria. Pochi possono paragonarsi a Bobby Fischer, una mente troppo prodigiosa per la condizione umana, altrui e propria. Mezzo secolo fa profanò l’unico ambito in cui l’Urss si sentiva veramente superiore agli Stati Uniti durante la guerra fredda. Boris Spassky fu responsabile del disonore della sconfitta dopo 24 anni di dominazione sovietica in Coppa del Mondo, anche se il gran maestro di Leningrado, ora San Pietroburgo, non la pensava così. Nella sesta partita ruppe il protocollo e si alzò per applaudire l’americano che lo aveva sconfitto con un gioco audace, eterodosso e persino irriverente.
Fischer possedeva un Quoziente Intelligenza di 180, quando i valori superiori a 130 sono già considerati di persone dotate. All’età di 16 anni, quando era già il campione degli Stati Uniti, smise di studiare perché secondo lui gli insegnanti erano inetti. Forse in questa distorsione del complesso di Edipo sta l’origine delle fobie che avrebbero segnato la sua vita, l’antisemitismo che lo ha portato a negare l’Olocausto, la misoginia che ha reso così difficili i suoi rapporti intimi o il disprezzo per i comunisti che ha superato solo con Spassky.
El Mundo ricorda il ruolo di Kissinger (definito mefistofelico) nel convincere Fischer a giocare quel Mondiale che si tenne in Islanda, a Reykjavik.
Aveva usato la diplomazia del ping pong per aprire le porte della Cina a Richard Nixon quello stesso anno, con la volontà di trovare soluzioni alla guerra del Vietnam, e ora non poteva fare a meno del boom di Fischer in pieno Watergate. Nel momento più delicato per Nixon, non poteva permettersi di perdere alleati.
Fischer perse la prima partita, non si presentò alla seconda. Impose condizioni assurde per continuare a giocare.
Volle giocare in una stanza adiacente, non nel luogo preparato. Il sovietico accettò e lì cominciò la sua sconfitta. Fischer volle una ristrutturazione totale del Palazzo dello Sport, con nuovi tappeti, temperatura permanente a 22,5 gradi, isolamento acustico e telecamere silenziate. Oltre all’aumento del montepremi.
Rifiutò di difendere il titolo contro Karpov. Nella sua vita fu arrestato a Tokyo, celebrò l’11 settembre e finì a Reykjavik dove morì.