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Brailsford, il manager del ciclismo che vuole cambiare il Nizza: «Il segreto è soffrire e trarre piacere»

A L’Equipe il dirigente della Ineos: “L’idea è essere più Senna che Schumacher. Essere più il Brasile che la Germania. Serve il sorriso per vincere”

Brailsford, il manager del ciclismo che vuole cambiare il Nizza: «Il segreto è soffrire e trarre piacere»

“L’obiettivo finale è essere rispettati per i nostri risultati ed essere amati. Essere più Ayrton Senna che Michael Schumacher. Essere più il Brasile che la Germania. A Nizza vogliamo una squadra con il sorriso”. Dave Brailsford è un dirigente sportivo in senso molto lato. E’ il general manager della squadra ciclistica Ineos Grenadiers. Ma visto che della galassia Ineos fa parte anche il Nizza, lui si occupa anche del pallone. Con un approccio anti-tradizionalista molto interessante.

“Sono stato responsabile del programma ciclistico britannico dal 2000 al 2012 – dice intervistato da L’Equipe – Nel 2000 abbiamo vinto solo una medaglia in bicicletta, nel 2012 ne avevamo 34. Ci sono cose che stanno alla base di un’alta prestazione in qualsiasi sport: strategia di leadership, gestione delle risorse… Non sono qui per gestire una squadra di calcio o per dire di sapere qualcosa di calcio. Sono più un direttore d’orchestra con la sua bacchetta. Non suono la tromba né il violino. A gestire il calcio c’è Lucien Favre”.

In Ineos ci sono diverse orchestre: la squadra di ciclismo, la Formula 1, il rugby, l’atletica, la vela, e il calcio. “Due mesi fa, quando Jim Ratcliffe mi ha chiesto di dare un’occhiata al club, mi sono reso conto che tutte le altre orchestre erano più vicine tra loro di quanto non lo fosse il Nizza. Il club era un po’ distante, non è ancora riuscito a condividere i rapporti con le altre componenti del gruppo per migliorare le proprie prestazioni. Dobbiamo quindi riportare il Nizza verso gli altri”.

“Ecco cosa devi ricordare: la progressione dietro la performance e la nozione di piacere. Qualsiasi organizzazione ha bisogno di lavorare in un ambiente positivo, non in una cultura in cui prendi un bastone e dai ordini. Devi scambiare. Nello sport c’è un lato sofferente. Ma possiamo soffrire e trarre piacere. Guarda Tom Pidcock nelle discese il sorriso che aveva! Nel calcio, se non abbiamo paura del risultato, se non abbiamo paura di provarci, di essere liberi, andremo avanti. È essenziale”.

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