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Oggi la tv a pagamento non mostrerebbe l’Heysel o Hillsborough, è il calcio per lobotomizzati

In Inghilterra hanno “censurato” la quasi-tragedia dello Stade de France, come in Italia Dazn per Spezia-Napoli. Lo spettatore pagante trattato come un idiota

Oggi la tv a pagamento non mostrerebbe l’Heysel o Hillsborough, è il calcio per lobotomizzati
Parigi (Francia) 28/05/2022 - finale Champions League / Liverpool-Real Madrid / foto Imago/Image Sport nella foto: tifosi Liverpool in attesa ingresso stadio

Non guardarli, non sentirli. Inquadra il pallone, il campo, i giocatori coi tatuaggi che crollano agonizzanti ad ogni contatto, seppur minimo. Con la definizione più alta che puoi, non perdiamoci il dettaglio della goccia di sudore che come rugiada al mattino imperla la fronte del povero centravanti esausto. E sfoca il contorno, cancellalo se devi. Esiste il calcio, e solo quello. Non avrai altra storia all’infuori di quella. Tifosi che si picchiano in tribuna? No, fa brutto. Gente che  rischia di morire soffocata fuori ai cancelli di uno stadio? Il dolore è così inelegante, la paura è volgare. Rovina le paillettes che con tanto dispendio di mezzi abbiamo “prodotto”. Il calcio è un “contenuto”. Tutto ormai è un “contenuto”. E va – per l’appunto – trattenuto entro certi limiti, compresso per quel che si può, filtrato per grana grossa dalle sue impurità. È spettacolo della lobotomia. A chi paga per guardare il calcio va garantita una fuga dalla realtà. Chi ha visto “Scissione” (una strepitosa serie di Apple+) ha capito di cosa parliamo.

E l’ha capito anche Alan Cochrane, un “vecchio babbione” di editorialista del Telegraph, che ha sbottato sul suo giornale contro BT Sport: “Non sapete fare i giornalisti, rivoglio i miei soldi indietro”. Quelli, per raccontare in Inghilterra la Finale di Champions, hanno deciso di non raccontare la quasi-tragedia che si stava scatenando all’esterno dello Stade de France.

“Non dovrei insegnare i fatti della vita ai giornalisti che dirigono BT Sport – ammesso che sia così che si considerino – ma quando una partita di calcio importante viene ritardata da una quasi rivolta che diventa un importante evento di notizie, il fatto che non l’abbiano capito e che non dicano agli spettatori come me cosa stava realmente accadendo dentro e intorno a quello stadio è sicuramente una violazione del contratto non scritto che ho con loro. Li pago per la loro copertura e loro mi dicono cosa sta succedendo, tutto quello che sta succedendo. Invece, quello che ho ottenuto è stato un presentatore e tre ex giocatori milionari che brontolavano per una partita di calcio che era stata in qualche modo ritardata quando a pochi metri di distanza i tifosi britannici venivano colpiti coi lacrimogeni. Ora sappiamo che la partita era stata seriamente ritardata per ragioni che sono diventate, ora, una controversia diplomatica internazionale oltre che calcistica. Ma quello che abbiamo ottenuto da BT Sport è stato… beh, niente, davvero”.

Che è, moltiplicato cento, lo stesso principio di “irrealtà” che ha usato Dazn durante Spezia-Napoli: sugli spalti succedeva un po’ di tutto, l’arbitro sospendeva la partita, i giocatori andavano a parlamentare sotto le curve, e lo spettatore a casa poteva ammirare la semina del campo, l’erba. Con lo sguardo basso, a terra. Meglio non essere testimoni di quelle brutture. Fosse stata la vecchia tv d’un tempo avrebbero mandato la pubblicità.

Solo che un tempo i giornalisti ambivano a fare giornalismo: la voglia di raccontare cosa succede – persino di spiegarlo – alla gente che ti legge o ti ascolta. Ora no: ora lo spettacolo va “protetto”. Come se il cliente, l’abbonato, fosse uno spettatore incapace di intendere ma soprattutto di volere. I gol sì. Le mortifere interviste post-partita, ovvio. Le “splendide coreografie” degli ultras, magari, ma solo quelle inoffensive. Se poi uno nudo invade il campo, dalla regìa scatta il dribbling: le cento telecamere che vivisezionano l’evento vengono puntate verso il cielo. Manca solo il fischiettio di sottofondo. Non ho visto niente, non ho niente da mostrarti. Fatti i fatti tuoi, sorridi. Che lo sport resti sport, hai pagato per quello. Il calcio in tv è diventata una pasticchetta per tenere a bada l’umore.

Non ci saranno altri Heysel, o altri Hillsborough. Dovesse accadere, non sarà il giornalismo premium a raccontarceli. Ma la gente coinvolta nel disastro, col cellulare e i video su Twitter. Gratis.

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