Il Guardian: «I giocatori dell’Ucraina hanno sconfitto il dolore con l’istinto primordiale della sopravvivenza»
"Hanno battuto la Scozia come le vittime di un incidente d'auto raccontano di essersi allontanati con calma da un relitto in fiamme"

Glasgow (Scozia) 29/06/2021 - Euro 2020 / Svezia Ucraina / foto Uefa/Image Sport nella foto: esultanza gol Oleksandr Zinchenko
“Erano arrivati senza niente da temere e niente da perdere. Come ha detto Andriy Shevchenko, avevano già vinto. Semplicemente essendoci. Semplicemente essendo vivi come nazione. Semplicemente facendo in modo che il mondo pronunciasse il suo nome e alzasse la sua bandiera”.
In molti hanno raccontato la parte uno del “miracolo” Ucraina, che ha battuto la Scozia ed è ora nella finale dei playoff contro il Galles per andare ai Mondiali. Un campionato di calcio che si giocherà forse quando l’Ucraina non esisterà più. Ora che da 100 giorni resiste agli attacchi della Russia, la vittoria sportiva della sua nazionale ha assunto ben altri toni. E nessuno li ha descritti meglio di Jonathan Liew sul Guardian.
“Un trauma – scrive Liew – può produrre una chiarezza devastante. Dipinge il mondo con colori nuovi e scioccanti, spoglia spietatamente ciò che conta da ciò che non lo è, attenua il dolore con pura adrenalina e istinto primordiale. Le vittime di un incidente d’auto raccontano di essersi allontanati con calma da un relitto in fiamme. I sopravvissuti a terribili incidenti spesso chiacchierano lucidamente con i paramedici mentre giacciono nel loro stesso sangue. Quando vengono spinti all’estremo, gli esseri umani hanno una capacità illimitata di sopportare, andare avanti, fare le cose di cui hanno bisogno“.
Al terzo gol, racconta l’editorialista del Guardian, “diversi sono caduti in ginocchio. Per 94 minuti erano riusciti a chiudere fuori il mondo e a lanciarsi nel loro sport. Hanno potuto riaprire le finestre”.
“L’Ucraina non ha vinto perché il loro paese è in guerra, ma probabilmente non ha fatto male. Il popolo ucraino ha bisogno di aiuti, ha bisogno di cibo e medicine, ha bisogno di sistemi di difesa missilistica e di armature. Ma hanno anche bisogno di un po’ di gioia”.
“Dopo la partita i giocatori ucraini sono rimasti in comunione, urlando e gridando, ringraziando e benedicendo, fortificandosi a vicenda. E poi tornati giù per il tunnel e nello spogliatoio, hanno controllato i loro telefoni per le ultime notizie da casa”.