I quotidiani su Zaccagni e Lazzari: Mancini non dovrebbe convocarli mai più
"Ora anche quelli che non sono i più bravi snobbano la maglia azzurra". "La Nazionale deve nascere da chi ha febbre di calcio non di infradito"

Salerno 15/01/2022 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: esultanza gol Manuel Lazzari
Sui quotidiani, oggi, tiene banco la “fuga” di Lazzari e Zaccagni dal ritiro di Coverciano senza motivi validi relativi a infortuni o malanni di alcun tipo. Una circostanza che ieri ha fatto sbottare persino il ct Roberto Mancini in conferenza stampa. I quotidiani sono più o meno tutti sulla stessa linea: ai due laziali non dovrebbe più essere concessa la convocazione in Nazionale.
Il Corriere della Sera:
“Una volta la indossavano solo i più bravi, adesso anche quelli che più bravi non lo sono, quasi la snobbano”.
“L’esterno ha messo insieme tre presenze, l’attaccante soltanto una. Per loro la Nations League poteva trasformarsi in un’opportunità. E invece, anziché stringere i denti e lottare permettersi in luce e dare una mano alla squadra in difficoltà, si sono arresi. La Nazionale deve essere un privilegio e non un peso. Servirebbe più rispetto per la maglia. A settembre era stato Sensi ad andarsene, salvo poi tranquillizzare i tifosi dell’Inter sui social un minuto dopo aver chiuso il portone della Nazionale. Stavolta è più grave perché la stagione sta finendo e gli azzurri in questione non devono difendersi dalle pressioni del club. Fossimo nei panni di Mancini non li chiameremmo più”.
La Stampa è sulla stessa linea:
“Nella nuova Italia per Lazzari, Zaccagni, e quelli come loro, meglio le porte chiuse che quelle girevoli”.
Sulla Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando si rivolge direttamente ai due calciatori.
“Lazzari, se un c.t. le regala una comparsata a Wembley, all’età di 28 anni, dopo una carriera non certo galattica, non sente il dovere di stringere i denti e di restare in gruppo? Zaccagni, stendiamo un velo pietoso sulla triste faida con Zaniolo e sui gamberetti vari, non sentiva l’orgoglio di presentarsi a Cesena, sua città natale, vestito d’azzurro? E il debito con un c.t. che le ha regalato tanto?”.
Non è la prima volta che, dopo il trionfo all’Europeo, le porte di Coverciano assomigliano a quelle di un saloon, con gente che va via con troppa facilità, scrive Garlando.
“E’ mancato il rispetto per l’azzurro. Auguriamoci che questo episodio serva a recuperarlo. Il guaio è che oggi si arriva in Nazionale troppo in fretta, senza sognare, senza aspettare quella maglia e se ne perde il valore”.
“La nuova Italia deve nascere con ragazzi che sentano la febbre per la Nazionale più che per le infradito da spiaggia, che sgomitano per entrare a Coverciano e non per uscire, che nascondano gli acciacchi per giocare e non che li esasperino per scappare. Ci auguriamo che per i fuggiaschi la strada del ritorno a Coverciano sia lunga e in salita. E che passi per un’espiazione esemplare: rivedere le partite di Franco Baresi a Usa ‘94. Ammirare il capitano azzurro che si spacca il ginocchio, se lo aggiusta e torna in campo in tempo per piangere una gloriosa finale persa da grande uomo”.