Scaroni: «Chiunque compri il Milan compra un gioiello, RedBird ha competenze da aggiungere»
Al CorSera: «Il Milan di oggi ha un suo stile. Un mondo di professionalità, ognuna con il suo ruolo e la sua libertà di azione, nel rispetto di quella degli altri».

Mg Reggio Emilia 22/05/2022 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Paolo Scaroni-Paolo Maldini
Il Corriere della Sera intervista il presidente del Milan, Paolo Scaroni. Racconta qual è secondo lui il segreto del Milan che ha vinto il campionato.
«Io direi che il Milan di oggi ha un suo stile e il suo stile è caratterizzato dall’avere professionisti in ogni ruolo. Elliott è un campione mondiale degli investimenti: non ci ha mai fatto mancare supporto finanziario (il Milan non è indebitato), ha fissato limiti di spesa, senza mai voler decidere come dovessimo investire. Gazidis è un amministratore delegato che ha girato il mondo del calcio dopo una laurea in Legge ad Oxford. Paolo Maldini è stato un grande professionista tutta la vita. E poi Stefano Pioli, bravissimo. Un mondo di professionalità, ognuna con il suo ruolo e la sua libertà di azione, nel rispetto di quella degli altri. Questo è un modello manageriale che funziona in tutte le aziende: andava trasportato nel calcio».
Sul no ai rinnovi di Calhanoglu e Donnarumma in nome della sostenibilità.
«Non ho visto il minimo tentennamento su entrambi. La sostenibilità è una rotta da cui non si transige, ed è quella che mi faceva dire che volevo arrivare quarto, il minimo per mantenerla».
Parla di diritti tv, parte fondamentale del bilancio dei club. Il calcio, dice, per essere appetibile deve essere anche uno show.
«Il calcio è uno sport, ma anche uno show, per entrare nel mercato dell’intrattenimento devo attrezzarmi perché nel mondo guardino le mie partite».
La ricetta:
«Tutte le componenti devono concorrere a migliorare lo show. Gli stadi: devono essere pieni, moderni, ben illuminati, come in Premier League. Il campionato deve essere più appassionante possibile, quindi a 18 o 16 squadre. Gli orari delle partite di cartello devono essere pensati per Shangai o New York. E le partite devono essere meno noiose. Solo a me la Chamions sembra un altro calcio?».
Continua:
«Da noi ci sono troppe pause, troppi giocatori che perdono tempo, troppi fischi dell’arbitro, 26,8 falli fischiati a partita contro i 20,4 della Premier, per dire. Una partita da noi ha un tempo effettivo inferiore al 50’. Anche arbitri e giocatori devono capire che fanno parte dello show. È una questione esistenziale per noi perché i soldi sono la benzina del calcio, ma non è un problema solo di soldi. Così non riusciamo a trattenere i nostri giocatori migliori. Vorranno sempre andare in Premier».
Sul futuro societario:
«Io credo che chiunque compri il Milan compra un gioiello, una macchina che funziona bene, con un pubblico formidabile. Poi se chi compra aggiunge le sue competenze, e RedBird ne ha, ben venga».