Povero Lotito, tra Pioli e Inzaghi comunque vada sarà una rosicata

Due ex allenatori si contendono lo scudetto mentre lui è ostaggio di Sarri un fuoriclasse nel mettere la piazza contro la società. Gli ha fatto la squadra, nessuno glielo riconosce

Lotito calcio italiano ROmanista Floridi

As Roma 29/01/2018 - assemblea elettiva FIGC / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Claudio Lotito

Meno male che domenica sera ci ha pensato Mourinho a distrarre Lotito che da settimane sembra piombato in uno stato d’animo che passa dalla rabbia alla desolazione alla disperazione e così via. Era lì, sconsolato, con i suoi tre telefonini, intento a bloccare su whatsapp tutti quelli che gli ricordavano l’amara realtà: “ahò, finalmente ‘a Lazio sta a vince’ ‘o scudetto, tra Pioli e Inzaghi è fatta”. Zac. Bloccato.

Meno male che Mourinho ha svegliato stampa e opinione pubblica nazionali che si eran addormentati davanti al gol di Acerbi in fuorigioco. Anche perché nessuno conosce il regolamento. L’occasione era troppo ghiotta. La Lazio ha risposto al portoghese con un comunicato, ci ha messo dentro pure un riferimento a Caressa. Tutto fa brodo, almeno così per un paio di giorni i giornali dimenticheranno la deprimente situazione della Lazio.

È in un cul de sac, Lotito. Anche se lui la situazione la definirebbe in maniera più colorita. Gli ultimi due allenatori della Lazio sono lì a contendersi il campionato: Stefano Pioli e Simone Inzaghi. Comunque vada, sarà una rosicata. E se apparentemente Pioli potrebbe essere il male minore visto che il buon Lotito lo esonerò ormai sei anni fa, in realtà lo scudetto del Milan sarebbe decisamente doloroso perché evidenzierebbe in modo impietoso il peso di una società nella crescita della squadra e anche dell’allenatore.

Come tutti quelli che si credono furbi, spalle al muro dopo il “tradimento” di Simone Inzaghi, Lotito aveva compiuto una mossa che solo i “seguitori” distratti di cose di calcio hanno potuto scambiare per una mossa geniale: l’ingaggio di Maurizio Sarri un fuoriclasse nel contrapporre la piazza alla società. È la sua principale qualità. E alla Lazio, così come a Napoli, il terreno è a dir poco fertile.

Inzaghi e Pioli

Db Milano 05/02/2022 – campionato di calcio serie A / Inter-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport
nella foto: Stefano Pioli-Simone Inzaghi

Povero Lotito, si ritrova a sbattere la testa contro il muro (metaforicamente, si spera) perché con una squadra più forte ha sei punti in meno rispetto allo scorso campionato. A questo punto lo scorso anno era in lotta per la Champions, ora deve ringraziare l’arbitro Pairetto se può coltivare ancora ambizioni di Europa League. Con un allenatore che un giorno sì e l’altro pure pensa che l’Europa sia solo un intralcio per i suoi metodi anni Ottanta, la settimana tipo, il Televideo.

I tifosi laziali ce l’hanno con Claudione. Non sentono altre canzoni. Tranne pochi illuminati, per loro Sarri è un fuoriclasse. Noi a Napoli conosciamo bene questa canzone. Ed è inutile ricordare loro che Sarri ha la stessa squadra di Inzaghi, anzi più forte. Perché Inzaghi Zaccagni non ce l’aveva, Pedro non ce l’aveva, Felipe Anderson non ce l’aveva, Basic (voluto da Sarri) non ce l’aveva. Vabbé Hysaj non lo mettiamo in conto ma l’ha voluto il Comandante. Già è tanto che non abbia puntato i piedi per Saponara al posto di Luis Alberto. Ma pare che allo spagnolo preferisca Vecino. Non c’è calciatore della Lazio che con la gestione Sarri abbia aumentato il proprio valore.

Sarri sta portando Lotito al disastro e quando il presidente si è permesso di scendere negli spogliatoi e fare una rimostranza sull’ennesima mesa in atto della corazzata Potemkin costruzione da dietro (“ma perché non spazzate mai il pallone?”), che è costata la sconfitta col Milan nei minuti finali, si è sentito rispondere: “Questo è il mio calcio. Se non ti sta bene, riprendi Pioli». Magara, avrà pensato Lotito. Che invece è rimasto zitto non perché colpito dalla frase in sé ma perché gli sono venuti i lucciconi, gli occhi gonfi di lacrime pensando a Pioli, a Simone Inzaghi. Quando la Lazio era l’outsider del campionato italiano, una squadra capace di battere chiunque, che non si faceva prendeva a pallate nei derby. Bei tempi, chissà quando ritorneranno.

“Chiamalo cul de sac”. Lotito non ce la fa a seguire questa lotta scudetto. Avrebbe preferito mille volte Spalletti, sai quanto avrebbero rosicato i romanisti. Ma vatti a fidare di De Laurentiis. Ora non sa come uscirne. Ormai a Lotito è chiarissimo che la furbata non l’ha fatta lui.

Non si può fare una polemica al giorno con Mourinho?

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