Ranieri: «Spalletti è stato già abituato a guidare squadre forti, Inzaghi e Pioli hanno meno esperienza»

Alla Gazzetta: «Ibrahimovic è un asso sulla panca, adesso è una specie di capitano non giocatore. Osimhen, Giroud e Dzeko saranno decisivi».

Claudio Ranieri finale cagliari

Db Torino 08/02/2020 - campionato di calcio serie A / Torino-Sampdoria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Claudio Ranieri

La Gazzetta dello Sport intervista Claudio Ranieri. Il tema è quello della corsa scudetto. Restano in tre a contenderselo.

«Sì, la Juve è fuori. Dovrebbe accadere un cataclisma perché torni in corsa. D’altronde lo ha detto anche Allegri, che comunque sono convinto farà spingere i suoi fino alla fine».

Tra le tre in lotta chi sta meritando più?

«Forse Milan e Napoli ora hanno qualcosa in più dal punto di vista dell’estetica. Guardi: io, oltre a essere  “allegriano”, ho enorme stima per Inzaghi, a cui a inizio stagione, con le cessioni importanti che aveva dovuto gestire, non era stato dato molto credito».

Pioli, Spalletti e Inzaghi non hanno mai vinto scudetti.

«Detto che Luciano ha vinto il campionato in Russia, qualcosa avrebbe potuto pesare, però adesso conta ciò che la squadra riesce a recepire. Gli alti e bassi sono capitati a tutti. C’è da dire che magari Spalletti è stato già abituato a guidare squadre forti — penso alla Roma — mentre Inzaghi e Pioli in questo senso hanno un po’ meno esperienza».

Su Ibrahimovic:

«Un asso sulla panca… Zlatan adesso è una specie di capitano non giocatore, ma quando ritornerà in condizione riprenderà subito il proprio spazio».

Il Napoli può contare anche sul fatto che Inter e Milan dovranno giocare in Coppa Italia?

«Certo. In questa fase tutto può contare. Infortuni, squalifiche e naturalmente la fortuna».

L’Inter ha il calendario più facile?

«Non sono d’accordo. In una volata di facile non c’è più niente».

I prossimi addii di Kessie, Insigne e Vidal potrebbero zavorrare psicologicamente le squadre?

«Per niente. Anzi, chi andrà via vorrà dare il meglio di sé. Si ricordi di Brady e del rigore scudetto segnato nel 1982, pur sapendo di essere ceduto».

Quali possono essere gli uomini decisivi per il titolo?

«Avendo il supporto della squadra, il peso tocca agli attaccanti, che devono fare gol. Quindi la responsabilità è su Osimhen, Giroud e Dzeko. Il primo ha l’entusiasmo della gioventù e sta facendo molto bene. Il francese mi piace molto. La sua stagione è positiva e ha segnato gol pesanti. E a proposito di esperienza, occhio a Dzeko. Ha tutto quello che serve per vincere».

 

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