Plusvalenze, CorSport: le richieste troppo miti hanno indebolito la posizione dell’accusa 

La Procura Figc ci è andata piano con capi di imputazione e richieste. Ha dato ai giudici l’impressione di non essere sicura delle proprie ragioni. Non resta che l'appello

De Laurentiis e Agnelli

Ag Roma 17/06/2020 - finale Coppa Italia / Napoli-Juventus / foto Alessandro Garofalo/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Aurelio De Laurentiis

Alla Federcalcio fanno capire di essere moderatamente soddisfatti, perché, in fin dei conti, è diventata di dominio pubblico l’esistenza di un problema. Contenti loro”.

Lo scrive, sul Corriere dello Sport, Marco Evangelisti, che chiarisce subito dopo che la soddisfazione è solo una sensazione della Figc, visto che il proscioglimento delle 11 società e dei 59 dirigenti coinvolti nell’inchiesta sulle plusvalenze

“somiglia tanto a una bastonata senza precedenti per la procura federale diretta da Giuseppe Chinè”.

L’impianto accusatorio è stato “sbriciolato”.

È persino probabile che alla procura se lo aspettassero, tanto è vero che tutto sommato ci erano andati piano con i capi di imputazione e le richieste. Questo però non li ha aiutati, anzi ha finito per indebolire ulteriormente la posizione dell’accusa. Almeno nel caso di alcuni club, imputati in base all’articolo 31.2 del Codice di Giustizia Sportiva, la richiesta di pena avrebbe dovuto comprendere punti di penalizzazione, invocando la violazione dei principi di lealtà. È sempre un errore per l’accusa trasmettere ai giudici l’impressione di non essere sicura delle proprie ragioni”.

La Procura ha provato a giudicare il valore di mercato dei giocatori, cosa che dipende unicamente dal volere dei club che li trattano: se una squadra vuole a tutti i costi un giocatore, chi può dire che il costo fissato è eccessivo?

“La clamorosa sconfitta della procura sta qui. La sentenza sembra scardinare dalla base la possibilità di intervenire su un’eventuale manipolazione dei bilanci attraverso plusvalenze fittizie. Perciò l’inchiesta avrà anche portato alla luce un problema, peraltro già noto, ma presumibilmente ha certificato che quel problema non può essere risolto”.

A meno che non se ne occupi un altro tipo di tribunale, aggiunge Evangelisti. E infatti è ancora in piedi l’inchiesta della procura di Torino sugli affari della Juventus: se emergessero nuove prove, allora si potrebbe aprire un nuovo procedimento.

Al momento però l’unica mossa disponibile per la procura federale è l’appello. Deciderà se proporlo sulla base delle motivazioni della sentenza di ieri, che saranno pronte nel giro di una settimana. Difficile che non lo faccia. La bastonata è stata troppo dura per rialzarsi e semplicemente andarsene”.

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