La Stampa: complimenti a Italiano e Dionisi, ma è irriverente paragonarli ad Allegri
In cinque giorni il tecnico Juve, tacciato di praticare un calcio paleolitico, ha disarmato e battuto Fiorentina e Sassuolo, la nouvelle vague del pallone

Mg Reggio Emilia 25/04/2022 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri
Su La Stampa, Antonio Barillà scrive del tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri e definisce azzardati, oltre che irriverenti, i paragoni con quella che chiama la nouvelle vague del pallone, rappresentata sostanzialmente da Vincenzo Italiano e Alessio Dionisi, allenatori di Fiorentina e Sassuolo, due squadre battute dalla Juventus, appunto.
“Una bella soddisfazione per Massimiliano Allegri, tacciato di praticare un calcio paleolitico, a volte divertito e a volte seccato dal dibattito che ha acceso semplicemente esponendo le sue idee. Nessuno, pur comprendendo le difficoltà di ogni ricostruzione e il fardello aggiunto dei troppi infortuni, intende sottrarre il tecnico alla sua immancabile porzione di colpe, ma l’esagerazione di certi giudizi impone una riflessione profonda, suggerisce per lo meno indulgenza. Troppo spesso, per mortificarne il lavoro e irriderne il credo, dimenticando record e trofei, è stato definito “solo un gestore”, addirittura “incapace di dare un’organizzazione alla squadra”, e troppo spesso sono stati tracciati paragoni con Vincenzo Italiano e Alessio Dionisi, simboli invece della nouvelle vague, dell’ottimizzazione tattica e del risultato attraverso il gioco. Entrambi meritano complimenti sinceri ed è facilissimo indicarli come predestinati della panchina, però il tecnico della Fiorentina è al secondo anno di Serie A e quello del Sassuolo s’è appena affacciato, perciò l’accostamento diventa irriverente per un allenatore che ha vinto sei scudetti e conquistato due finali di Champions League. Con queste premesse sembra una lezione che Allegri, in appena cinque giorni, li abbia disarmati e battuti, perché è giusto incensare la nouvelle vague ma anche rispettare chi coltiva idee diverse, per altro vincenti, senza permettersi di giudicarlo superato”.