La rivoluzione francese dello sport contro Le Pen: «L’estrema destra contraria ai nostri valori»

Oltre 220 tra sportivi, federazioni, dirigenti fanno campagna per Macron all'Eliseo. Una mobilitazione clamorosa. Quanto è lontana l'Italia...

le pen

In Francia, dove è in corso il ballottaggio per le elezioni presidenziali: il 24 aprile sarà testa a testa tra il presidente in carica Emmanuel Macron e Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, l’estrema destra tradizionale. Ed è accaduta una cosa che ha pochi precedenti, totalmente fuori dalla prassi italiana: lo sport ha preso posizione. Una posizione dura, netta. Lo sport francese sta pubblicamente facendo campagna elettorale per Macron, ma soprattutto “contro” Le Pen.

Circa cinquantina di atleti di spicco, da Teddy Riner a Marie-José Perec passando per Thibaut Pinot, hanno lanciato un appello attraverso Le Parisien per fermare Marine Le Pen e il suo partito, in vista di possibile elezione all’Eliseo. Poi con una lettera pubblicata sul sito de l’Equipe, altri duecentoventi dirigenti di federazioni, club professionistici o dilettantistici o addirittura istituzioni hanno invitato ad andare a votare Macron. Parliamo di gente come Claude Atcher, direttore generale di France 2023, Jean-Pierre Karaquillo, fondatore del centro di diritto ed economia dello sport a Limoges , Véronique Moreira, presidente dell’Unione sportiva per l’istruzione primaria o Michaël Aloïsio, capo dello staff di Tony Estanguet, a sua volta boss di Parigi 2024.

Lo sport – scrive L’Equipe – è in mobilitazione contro la candidata Marine Le Pen che ha raccolto il 23,1% dei voti al primo turno perché “le sue rare posizioni sullo sport rivelano una visione nazionalista e stigmatizzante contraria ai valori su cui si basa il nostro impegno sportivo. Nel progetto Rassemblement National le misure per lo sport puntano solo sui club “divenuti veri e propri uffici di reclutamento sia per l’estremismo religioso che per la delinquenza”.

Il testo della lettera è stato elaborato dai presidenti delle federazioni di pallamano, basket e judo, è stato più volte rivisto prima di arrivare a una versione finale condivisa da tutti. “Da domenica sera ci abbiamo pensato. Lo sport non era presente in campagna, abbiamo sentito il bisogno che si esprimesse. Ognuno di noi ha mobilitato la propria rete”, spiega Philippe Bana, presidente della FFHB.

“Lo sport è vettore di aggregazione, di apertura, di accoglienza; che sia sinonimo di esclusione non è sopportabile. Dobbiamo smetterla di dire che un atleta è necessariamente apolitico. Lo sport di alto livello è solidarietà, rispetto delle culture… Il nostro obiettivo è una Francia di tutti i colori e di alte prestazioni”, continua Stéphane Nomis, il suo omologo della federjudo.

A due anni dai Giochi di Parigi del 2024, i firmatari evocano naturalmente la scadenza. “Non vogliamo che l’estrema destra apra i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024“.

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