In conferenza: «Non sono un politico, non l’ho mai vissuta, sono un privilegiato, non ho risposte da darvi. Ci sono cose più importanti del calcio»

Alla vigilia della FA Cup contro il Luton Town, in conferenza stampa, il tecnico del Chelsea, Thomas Tuchel, ha risposto anche ad una domanda sulla guerra in Ucraina e sul ritiro di Roman Abramovich (che è impegnato a fare da paciere tra Ucraina e Russia). Tuchel è apparso abbastanza contrariato della domanda postagli in merito.
«Per me è troppo rispondere. Non sono a conoscenza dei dettagli e dell’intera situazione. Ci sono cose più importanti del calcio e questo non cambierà mai. Situazioni come la guerra sono molto più importanti. Sul ruolo di Abramovich non spetta a me commentare: non ne sappiamo abbastanza. Per me che sono il tecnico in carica non cambia molto, alla fine. Scambio opinioni con Petr Cech e Marina Granovskaia per migliorare la squadra».
E ancora:
«Non sono un politico, non so che fare o che dire, non ho mai vissuto la guerra. Sono un privilegiato, sono seduto qui in pace, dovete smetterla di chiedermi della guerra, non ho risposte da darvi».
Sull’attacco della Russia all’Ucraina:
«È orribile. Non ci può essere altra opinione se non questa. Tutti in Europa hanno un rumore nella testa che non piace a nessuno. Cerco ancora di venire a lavorare e di provare a fare del mio meglio nel mio lavoro. Che messaggio mando ai tifosi? Dico solo che noi cerchiamo di rimanere calmi nel mezzo di una tempesta e del grande rumore che c’è intorno a noi, sono cose che non possiamo controllare. Possiamo concentrarci sul nostro lavoro, abbiamo il diritto di farlo».