Simeone: «In altri posti mi fermavano per parlare di calcio. A Verona no: mi chiedono come sto»

Il Cholito si racconta al quotidiano L'Arena. «Se entro in una stanza dove non riesco ad entrare in connessione con le persone che ci sono, mi viene il mal di testa»

Giovanni Simeone

Verona 24/10/2021 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Lazio / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Giovanni Simeone

«Credo nell’educazione, nel rispetto e nella bontà della persona. Se a questo ci aggiungi la volontà ed il lavoro, avrai una vita felice».

È la stagione della svolta per Giovanni Simeone, L’Arena – che lo intervista oggi, e riportiamo alcune delle sue dichiarazioni – lo chiama «cannoniere scelto» del Verona. Con l’Hellas ha già fatto 15 gol, alcuni straordinari. E ha trovato la maturità. Forse è merito di un ambiente che gli permette di esprimersi al massimo.

«La mia morosa è di Firenze ma stiamo pensando di fermarci a vivere qui a Verona. In altri posti mi fermavano e mi parlavano di calcio. A Verona, no. Mi chiedono come sto, come va la mia famiglia e parliamo di tutto, poi dell’Hellas. Ma è diverso. Mi sembra di aver sempre giocato qui e non di esserci da meno di un anno. Verona è una città perfetta. Non troppo grande, né troppo piccola. La gente ha grande rispetto e sento di appartenere un po’ a questo luogo meraviglioso. Vivo sulle Torricelle, perché mi piace la natura ma quando posso sto in mezzo agli amici che mi sono fatto in pochi mesi. Ah… e mi piace il guanciale all’Amarone! Stupendo come il risotto però non posso permetterlo spesso, altrimenti è dura correre poi. Per quanto riguarda l’Hellas, l’ho detto dal mio primo giorno qui: mi piacerebbe che il club mi riscattasse. Vorrei essere del Verona. Poi non so cosa accadrà. Ho ancora undici partite e voglio rimanere concentrato su quelle.»

Può il Verona andare in Europa?

«Bisogna spingere sempre. Dare il massimo ogni incontro. Con mister Pioli alla Fiorentina l’abbiamo sfiorata. Quel gruppo mi ricorda quello attuale dell’Hellas. Tutti molto uniti. Noi lotteremo, poi dipende dal destino. Tudor mi sostiene sempre. Parliamo tanto. Sa capire i nostri stati d’animo e poi ha un incoraggiamento per tutti. Con Bessa, che magari ora gioca meno oppure con Lasagna. Riesce sempre a farti sentire importante. Ha grande merito in tutti i quaranta punti»

Al “Cholito” piacerebbe essere allenato dal “Cholo”? «Una volta sì, tanto. Ora le cose sono cambiate. Lui è molto stimato all’Atletico Madrid ma non vivo con quella speranza. Se capitasse ma per me, l’obiettivo è quello di lavorare sodo e migliorarmi sempre».

Simeone in che cosa crede?

«Credo nell’energia di ognuno di noi. Dipende molto dall’animo. Se entro in una stanza dove non riesco ad entrare in connessione con le persone che ci sono, mi viene il mal di testa e dopo poco me ne vado. Faccio meditazione, la mente è tutto. Poi credo nell’educazione che mi hanno trasmesso i miei genitori e in generale la mia famiglia. Sono valori a cui tengo molto».

La sua opinione sulla guerra in Ucraina? «Ne parliamo spesso anche con i miei compagni. Il punto non è stare da una parte o dall’altra. Il dramma riguarda i civili. A loro chi pensa? Loro subiscono e basta. Spero finisca presto. E l’esclusione delle squadre russe dall’Uefa e dalla Fifa dispiace ma è un provvedimento giusto. Voltiamo pagina».

Correlate