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Ceferin sul ritorno della Superlega: «Hanno usato una pandemia, ora usano una guerra»

Il presidente Uefa: «Vivono in un mondo parallelo. I club sono liberi di creare il loro torneo, ma non giocheranno in quelli organizzati da noi»

Ceferin sul ritorno della Superlega: «Hanno usato una pandemia, ora usano una guerra»
Mg Londra (Inghilterra) 06/07/2021 - Euro 2020 / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aleksander Ceferin

Oggi dovrebbe essere il ritorno della Superlega. Il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, ha già tuonato, in un’intervista durante il FT Business of Football Summit: 

I club della Superlega mentono più di Putin.

Non si è fatto attendere nemmeno il commento dell presidente Uefa, Aleksander Ceferin. Durante il Business of Football Summit del Financial Times in cui, appunto, nel pomeriggio è previsto il discorso di Andrea Agnelli e il ritorno della Superlega, Ceferin ha dichiarato:

«I club sono liberi di creare un loro torneo, ma non si aspettino di giocare anche in quelli organizzati dall’Uefa. Hanno usato una pandemia, ora usano una guerra. Vivono in un mondo parallelo. Mentre noi lavoriamo per salvare giocatori in questa situazione, loro vogliono rilanciare questo progetto. Possono pagare chiunque per dire che è un bel progetto, ma resta una idea senza senso. Tra l’altro, uno dei dirigenti che ora è tornato a spingere per questo progetto mi ha chiamato per scusarsi, però ora comunque tira dritto. Per loro i tifosi sono consumatori, per noi i tifosi sono tifosi. La cosa interessante, inoltre, è che criticano Uefa ed Eca, ma uno di loro era presidente dell’Eca e una settimana prima del lancio della Superlega lodava il sistema presente. Possono giocare le loro competizioni, nessuno glielo vieta. Ma se vorranno giocare le loro competizioni, non potranno giocare le nostre».

Ceferin ha anche parlato della guerra e della posizione dell’Uefa.

«Anche noi come Uefa ci stiamo muovendo, sono stato al telefono con giocatori e allenatori per aiutarli a lasciare l’Ucraina e ho chiesto aiuto ai governi. Un giocatore è venuto direttamente a casa mia. Ognuno deve fare la sua parte».

 

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