Il serbo non è un valore aggiunto, è il solo valore della Juve (con De Ligt). È a sette punti dal Milan ed è incredibile vista la mediocrità del gioco e l’assenza di idee di Allegri

Prosegue la saga infinita Damascelli versus Allegri. Oggi nuova puntata sul Giornale. La vittoria a Empoli e l’affacciarsi nella lotta scudetto non fa cambiare posizione all’opinionista:
La Juvlahovic si ritrova a sette punti dal Milan. È una notizia perché visti i precedenti, considerata l’assoluta mediocrità del gioco bianconero, l’assenza di idee di Allegri, la risalita juventina non sembrava possibile. Ma è stata tale per un solo motivo, anzi per un solo uomo, appunto Dusan Vlahovic che entra di diritto nell’insegna dell’azienda. Ventiquattro gol in ventiquattro partite, non si dovrebbe aggiungere altro, il serbo non è il valore aggiunto, è il solo valore, con De Ligt, di una squadra impiegatizia che anche ad Empoli ha subìto due gol, il primo, che di solito si vede nelle partite in spiaggia, quando si fa fatica a calciare il pallone sulla sabbia e i turisti in costume da bagno o bikini se la ridono. Anche il raddoppio dell’Empoli è stato una gaffe di tutto il reparto difensivo bianconero.