Pompei, il direttore Zuchtriegel fa i turni da vigilante: «Così capisco cosa vogliono i visitatori»
Al Fatto: «Anche questo fa parte del mio lavoro. È stata un’occasione importante anche per mettermi nei panni dei miei collaboratori»

Come fare a capire cosa manca ai visitatori del Parco Archeologico di Pompei? Semplice: chiederglielo di persona. Deve aver pensato questo il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel che, il 18 gennaio, si è vestito da vigilantes e si è fatto inserire nel turno di guardia come i suoi dipendenti. Lo racconta Il Fatto Quotidiano. Il direttore ha passato un intero pomeriggio a passeggiare tra gli scavi. Lui stesso commenta la sua giornata e la sua decisione.
“Stare vicino ai visitatori è fondamentale, perché ti aiuta a capire il loro punto di vista e come incuriosirli: anche questo fa parte del mio lavoro. Non sono il primo a fare una cosa del genere, che anzi mi ha fatto tornare in mente il periodo dell’Università, quando facevo la guida nei musei di Berlino e dovevo seguire tanti bambini: un’esperienza per me importantissima, dato che rischiavo sempre di perderli di vista, e quindi provavo a ‘catturarli’ raccontargli i monumenti in maniera accattivante”.
Zuchtriegel continua:
“Questa mia visita mi ha dato diversi spunti su come gestire le complessità derivanti da questa vastità. Diversi visitatori andavano nella Villa dei Misteri perché guidati dalla mappa o dalla nostra app, ma molti altri ci arrivavano per caso, forse attratti dalla bellezza del paesaggio di quella zona. E questo può essere un buono spunto, per noi archeologi, al fine di migliorare l’esperienza delle persone”.
Girando fra gli scavi, il direttore ha fornito indicazioni ai visitatori sulle domus e raccontato la storia delle attrazioni del parco.
“Il lavoro di quelli che di solito vengono chiamati ‘custodi’ va ben oltre la vigilanza: stanno a contatto con i visitatori, li accolgono e gli danno informazioni. Fare questa cosa è stata un’occasione importante, per capire quali sono i comportamenti e le domande dei visitatori, ma anche per mettermi nei panni dei collaboratori del sito archeologico”.