ilNapolista

L’addio di Insigne sembra la performance del fratello di Parascandolo

Un finale grottesco, che sembra irreale. Il saluto con un video che è il tripudio del kitsch, sembra uno di quelli girati ai matrimoni quando si è alticci. È stato il remake di Manolas un mese dopo

L’addio di Insigne sembra la performance del fratello di Parascandolo

Siamo interdetti. Nel giro di un mese il Napoli ha salutato due suoi calciatori con modalità a dir poco stravaganti. Manolas è partito per la Grecia, e ce lo siamo ritrovati il giorno dopo sorridente con la maglia dell’Olympiacos di fronte a una folla esultante. E adesso Insigne che ufficializza il suo passaggio al Toronto con un video che sembra un estratto di “Scherzi a parte” o una di quelle trasmissioni anni Novanta delle tv private napoletane. Una sorta di riedizione del fratello di Parascandolo di “Così parlò Bellavista”. Un addio talmente kitsch, per non dire cafone, che sembra irreale.

Il Toronto sui propri canali social lo ha presentato come se fosse arrivato Lionel Messi. E fin qui, nulla quaestio. Chi vive a Toronto, racconta che oggi lì si parla solo di Insigne e lì non capita mai che il calcio venga considerato più di hockey, baseball e football. I social media manager del Toronto sono anche spiritosi, e in fondo anche involontariamente realistici. Pubblicano la foto di Leonardo DiCaprio fresco protagonista di “Don’t look Up” mentre sembra indicare la cometa diretta sulla terra. L’effetto non sarà lo stesso ma metaforicamente sì; questo, però, al Toronto non lo sanno.

Leonardo DiCaprio in “C’era una volta a Hollywood” di Quentin Tarantino

Insigne sceglie di salutare i suoi nuovi tifosi con un video che sarebbe piaciuto moltissimo a Luciano De Crescenzo. Quindici secondi di puro Helzapoppin, sottotitolati perché lui parla in italiano:

Ciao, volevo salutare a tutti i tifosi del Toronto. Sono contento per questa nuova avventura, volevo ringraziare la società e ci vediamo a luglio. All for one (questo lo dice in inglese)” con tanto di pollice alzato alla Guido Angeli nel celebre spot di Aiazzone.

È a questo punto che viene il meglio. Proprio come nelle feste casalinghe, oppure in qualche matrimonio in cui si arriva un po’ alticci al discorso, parte l’applauso. Insigne si è portato la claque al video. Lui stesso applaude e sorride compiaciuto. Il meglio, per dirla alla Mazzarri, deve ancora venire. Una voce in sottofondo commenta: “l’e fatto checazzo te l’aggia ricere” che possiamo tradurre con un “sei andato proprio bene, accipicchia”, è una manifestazione di apprezzamento condita da stupore, come se si fosse trattato di un celebre discorso.

Un video che ci smonta. Ci sarebbero mille cose da dire. In fin dei conti parliamo pur sempre del capitano del Napoli. Di un giocatore teoricamente rappresentativo. Ci pare che questo video sposti l’asse del discorso. Non è più una cosa seria, se mai lo è stata. Non stiamo qui a parlare di rispetto per la maglia e per i tifosi. Però un minimo di forma andrebbe tutelata. Sempre. Manolas-Insigne è stato un pesante uno-due all’immagine del Napoli. Non è possibile che ciascuno si comporti come meglio crede. Non fa bene all’immagine del club. È difficile non essere d’accordo con Claudio Botti che su Twitter ha scritto di “gestione mediatica mortificante”. Occorrerebbe un po’ di senso di appartenenza. E lo diciamo persino noi che brindiamo all’addio di Insigne e non resistiamo al fascino del kitsch.

ilnapolista © riproduzione riservata