Il Ministro dell’Istruzione al CorSera: «I Presidenti di Regione possono intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie. Queste condizioni oggi non ci sono»

In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, dichiara guerra a De Luca e a chiunque voglia prorogare la ripresa della scuola in presenza dopo le vacanze di Natale.
«Nessuno nega che ci sia stata in queste settimane una ripresa dei contagi, legati anche alle festività. Rispetto all’anno scorso c’è, però, una grande differenza: il vaccino. Il personale scolastico, anche prima dell’obbligo, era vaccinato già al 95%, studentesse e studenti hanno risposto con entusiasmo e responsabilità alla campagna e nella fascia di età tra i 12 e i 19 anni la copertura è oltre il 75%. Il vaccino è lo strumento per tutelare la scuola, per un ritorno alla normalità. Chiedo a tutti un atto di responsabilità: a chi tra gli adulti ancora non si è immunizzato, alle famiglie, alle Asl, perché tutti insieme acceleriamo la vaccinazione, in particolare dei più piccoli. È necessario anche dare priorità ai test. Il governo ha stanziato 92 milioni per i test gratis ai ragazzi della secondaria».
Si va avanti con il calendario definito, niente rinvii con annessi recuperi a fine giugno.
«La nostra intenzione è procedere con i calendari già definiti».
Sull’ordinanza di De Luca, anticipata ieri sera dal governatore della Campania, che sospende la riapertura di materne, elementari e medie:
«La legge è molto chiara: permette ai Presidenti di Regione di intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie. Queste condizioni oggi non ci sono. Ritengo vi siano gli estremi per impugnare quell’atto».
E sulle richieste dei presidi per Ffp2 e impianti di areazione:
«Sono state stanziate cifre rilevanti per affrontare la crisi sanitaria. La maggior parte delle risorse è andata alle scuole che hanno potuto scegliere come indirizzarle, per impianti di aerazione, mascherine, sanificazioni o interventi di edilizia leggera, nel rispetto dell’autonomia».