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Spalletti: «Con i giocatori che abbiamo possiamo vincere, c’è bisogno di far parlare gli esempi»

In conferenza: «Ai giocatori bisogna dire: non preoccuparti di quanto giochi, facci vedere quanto vali. Vogliamo essere ambiziosi e questo dipende da noi».

Spalletti: «Con i giocatori che abbiamo possiamo vincere, c’è bisogno di far parlare gli esempi»
Db Milano 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Alla vigilia di Milan-Napoli, in programma domani alle 20:45 a San Siro, l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, parla in conferenza stampa.

«Con quelli che ci sono possiamo vincere questa partita, andiamo a giocarla per quello che è il nostro obiettivo, cioè i tre punti».

«Ai giocatori che andranno in campo cosa ho detto? Non accetto il giochino degli infortuni e di chi manca. In questi momenti c’è bisogno di far parlare gli esempi, di corse, cuore, di metterci quel coraggio che poi ti dà la possibilità di trovare delle soluzioni. Abbiamo una rosa e domani abbiamo a disposizione sedici-diciassette giocatori della rosa, sono sufficienti per andare a giocare le partite con chiunque. Bisogna dire loro: non preoccuparti di quanto giochi, facci vedere quanto vali. Vogliamo essere ambiziosi e questo dipende da noi. A volte il calcio è così drammatico che in un episodio ti annulla il lavoro di una settimana, ma prima o poi girerà a favore, dobbiamo sempre fare quello che richiede l’esser professionista e soprattutto di vestire la maglia del Napoli».

«Manolas? La sua è una storia che riguarda il rapporto tra il calciatore e la società. Con quelli che ci sono possiamo ambire ad andare a vincere la partita. Di Manolas, perciò, non ne parlo. Cerco sempre di vivere anche la storia dei miei calciatori, stando in un gruppo. Averlo visto felice nella presentazione all’Olympiacos mi rende felice insieme a lui. Per il resto noi abbiamo delle necessità, perché quelle che sono le insidie che possono accadere sono lì davanti. Facciamo anche noi delle valutazioni. Ora il mercato è chiuso, il gruppo che c’è è questo, ora. La rosa della mia squadra mi piace in tutti i petali, ma poi è chiaro che se la sciupi, la rosa, da qualche parte manca qualcosa e allora poi bisogna ricomporla».

«So bene che ho creato dei problemi ai miei calciatori, facendomi espellere, perché non posso fare a meno di loro, quando mi manca qualcuno di loro sono in difficoltà e mi sento a disagio, perché li voglio sempre tutti vicino, e so quanto è importante la presenza di ognuno di loro. Non ho fatto la cosa giusta e ho penalizzato la squadra in queste due partite. La prima responsabilità delle due sconfitte è mia per il mio comportamento. Non succederà più perché sono stato male a guardarli da fuori e a non poter lottare con loro in campo».

«Mario Rui, Fabian, Insigne, Osimhen e Koulibaly non sono convocati. Era meglio citare quelli che ci sono, secondo me. Chi gioca non lo dico, è una decisione che prendo io».

«Mi aspetto un Milan che ho visto in questi due anni, nel lavoro che ha fatto Pioli in generale. Al di là del momento è il passo che ha tenuto in questo lungo tragitto che ha fatto vedere qualità assolute sia nel modo di stare in campo come squadra sia nelle scelte dei singoli campioni che ha a disposizione, per cui non voglio andare a giocare contro squadre che hanno momenti di difficoltà, voglio giocare contro squadre forti perché sono convinto che la nostra è una squadra che può giocare contro squadre forti, non ho bisogno di dover peggiorare gli altri per esibire la mia forza e la mia qualità. Noi domani dobbiamo giocare la partita, essere una squadra forte e viva. Il Vesuvio domani non deve essere una cartolina di Napoli, dobbiamo averlo dentro di noi per fare ciò di cui c’è bisogno domani».

«Solo un allenatore che ha perso il senno potrebbe rinunciare alle qualità di Lorenzo Insigne. Lui è un buon capitano di una squadra. Non deve essere preso mai per il massimo possibile, c’è sempre da lavorare per essere più forti. Mi sono trovato bene dal primo momento che l’ho conosciuto, mi è sembrato in linea con l’immagine che ne avevo da fuori. Lui è un calciatore che ha un cuore, perché poi per tornare a quello che dicevamo prima, sulla partita contro l’Empoli, anche se voleva giocare dall’inizio, davanti ci sono io che gli chiedo 70 minuti e commetto un errore a chiedergli troppo. Ho ecceduto in questa sua disponibilità e me ne sono un po’ approfittato. Questa è una qualità che ha, ci vuole essere e dare una mano, ma io avrei dovuto ragionare in modo corretto. Anche se c’erano valutazioni che lasciavano pensare che quei 70 minuti potesse farli come lui pensava. Ma anche lì ci ho messo del mio e l’ho costretto a fare una figura inferiore alle sue disponibilità».

«In quest’ultima partita, nel prendermi la responsabilità a causa dell’espulsione, possiamo aggiungere che abbiamo perso qualche palla di troppo che è costata corse e perdite di equilibrio, è stata la partita dove abbiamo perso più palloni dall’inizio del campionato. Anche loro sanno quello che hanno fatto male, come me. Va tenuto in mente quello che è un pallone perso, un contrasto perso, un duello non fatto, perché un gol può essere frutto di un singolo errore, ma le partite perse sono la sommatoria di tutti i nostri errori, quando si perde una partita non è mai un singolo episodio che la determina ma l’atteggiamento di tutta la squadra».

«La squadra non ha smesso di fare quello che sa, lo ha fatto a tratti. Cosa chiedo alla squadra? Quando parlo alla squadra mi confronto sempre con me stesso, dico cose che sento realmente, non cose organizzate, dico sentimenti e pensieri veri con i quali convivo giornalmente, perché per sentirmi bene con me stesso devo andare ad allenare come fossi per sempre l’allenatore del Napoli. Non devo pensare questa o quella partita, come loro, tutte le partite che giocano devono giocarle come fossero per sempre giocatori del Napoli, come se questa fosse la loro unica maglia, così si riesce ad andare in profondità nei comportamenti e nei pensieri per affrontare e preparare le partite. Sono convinto che abbiamo sbagliato qualcosa nelle ultime partite ma che abbiamo anche continuato a farne altre molto bene. Da un punto di vista di episodi siamo in credito, di questo sono convintissimo. Non è detto che domani veniamo risarciti. Dobbiamo avere due lauree alla fatica, al saper condizionare i momenti in cui le cose non ci riescono, perché probabilmente una, in questi momenti, non basta. Dobbiamo tenere ancora più duro. Noi saremo per sempre quello che facciamo, saremo per sempre qui, nell’intenzione di voler migliorare il nostro futuro, il senso è dentro questa cosa qui».

 

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