All’Equipe. «Molto meglio giocare ogni tre giorni che farlo ogni tanto. Il mio futuro? Sono proiettato agli spareggi, poi si vedrà»
Bisogna aspettare fino a marzo, purtroppo. E questo non mi piace. Mi manca allenare ogni giorno e giocare ogni tre giorni: è molto meglio che farlo una volta ogni tanto.
Mancini è l’unico che non si lamenta dei ritmi del calcio. Anzi: di più. Nella lunga intervista che ha rilasciato all’inserto che L’Equipe ha dedicato all’anno d’oro dello sport italiano, il ct dice che gli manca giocare ogni tre giorni, oltre che allenare quotidianamente («meglio giocare ogni tre giorni che una volta ogni tanto»). Va controcorrente, il cittì. Che ha anche rilasciato alcune dichiarazioni sul suo futuro.
Il mio futuro? Poi vedrà, oggi è difficile dirlo. Sono proiettato solo su questi due spareggi importantissimi, poi vedremo che cosa succederà. Non sto pensando al dopo.
Per l’Italia la situazione s’è complicata, eppure sarebbe un incubo non qualificarsi al Mondiale, visto che la Nazionale ha già saltato il Mondiale di Russia del 2018.
Analogie col 2018? No, ma dissi ai ragazzi che bisogna accettare il fatto che ci sono momenti in cui le cose vanno male. Prima gli episodi ci giravano a favore, nella doppia sfida con la Svizzera ad esempio ci sono girati contro. Peccato. Dobbiamo però ora rimboccarci le maniche e pensare al futuro: in Nazionale, se non vai a un Mondiale, poi devi aspettare quattro anni. Quattro anni nella carriera di un calciatore rappresentano un tempo lungo, lunghissimo. Oggi, è vero, siamo di nuovo in una situazione complicata, dobbiamo vincere due partite per andare in Qatar, però siamo una squadra eccellente, che ha appena vinto l’Europeo. Indubbiamente è una situazione difficile, ma proprio nelle difficoltà bisogna dimostrare di essere forti