Allegri è saldo al comando dello spogliatoio, ma non ha trovato la via per i progressi. Colpa delle scelte tattiche e della rosa inferiore al valore che le viene attribuito

La Gazzetta dello Sport scrive della Juventus facendo un confronto tra la gestione di Sarri e quella di Pirlo rispetto a quella di Allegri. La Juve avrebbe dovuto imboccare un nuovo corso, ma per ora non c’è traccia di una svolta.
“Il tema centrale è che il progetto Juve 2021-22 è in alto mare e, ora più che mai, non si vede la Juve del futuro, non si capisce quale strada sia il caso di percorrere”.
“Il confronto con il passato è impietoso”.
La Juventus di Allegri ha 14 punti in meno di quella di Sarri e 5 in meno di quella di Pirlo.
“Non solo: regge il confronto in fase difensiva (17 gol, più o meno sullo stesso livello di 2019 e 2020) ma segna molto meno. Allegri dopo 17 giornate ha 23 gol fatti. Pirlo era a 35. Sarri a 31. La differenza è enorme e, per i due-tre che non ci avessero fatto caso, è giusto ribadire la prima differenza: Cristiano Ronaldo”.
In estate, la Juventus ha cambiato tecnico e classe dirigente intraprendendo una nuova strada, una nuova idea:
“crescere una nuova generazione di leader per cambiare la squadra dall’interno, sapendo di non poter ricorrere ai maxi investimenti del passato. Il fatto è che non sta funzionando: Allegri è saldo al comando della Juve – in spogliatoio comanda lui, non si discute – ma non ha trovato la via per i progressi. A ognuno la sua interpretazione. Colpa delle sue scelte tattiche (tanta attenzione alla fase difensiva, nessun segnale di una crescita nella proposta offensiva), di una rosa inferiore al valore che le viene attribuito, di una certa mancanza di personalità di alcuni giovani chiave? Probabilmente di tutte queste cose”.