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Bisogna credere a Babbo Natale per convincersi che con Mertens il Napoli avrebbe battuto lo Spezia

È la squadra dell’ammutinamento, dello scudetto perso in albergo, di Napoli-Verona. Gruppo immobile per una città immobile. Il Napoli è questo, godetevelo

Bisogna credere a Babbo Natale per convincersi che con Mertens il Napoli avrebbe battuto lo Spezia
Db Milano 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Dries Mertens

Con tutti i “per carità” del caso, permettetemi di dire che bisogna davvero credere a Babbo Natale per convincersi che con Mertens in campo anche nella ripresa il Napoli avrebbe ribaltato la gara contro lo Spezia.

Andare a scovare le imperfezioni tattiche dell’allenatore a giustificare la sconfitta in casa contro la diciassettesima in classifica rappresenta l’ennesima fuga dalla realtà che – per carità, appunto – ciascuno è liberissimo di compiere.

Gli azzurri sono i medesimi ad aver perso l’accesso in Champions pochi mesi fa all’ultima giornata con una prestazione sciatta. All’epoca fu colpa di Gattuso. Sono gli stessi ad aver messo sottosopra uno spogliatoio in occasione della richiesta di un ritiro. In quel caso fu responsabilità di Ancelotti. Gli stessi ad essere crollati ad un passo dal titolo nazionale. In quel caso furono poteri forti e alberghi.

Il Napoli non cambia da anni e con il licenziamento del tecnico di Reggiolo ha apertamente sposato una strategia criogenica di conservazione di ambienti e calciatori, di equilibri e soluzioni – anche perché, a volte sfugge, siamo da alcuni anni in pandemia e il mercato, oltre a essere sostanzialmente in bancarotta, è anch’esso congelato. Non cambiare è un’ottima soluzione per la città immobile per eccellenza ed è la scelta sostenibile per una impresa. Tutto considerato, siamo  terzi in classifica al giro di boa, che sembra un risultato accettabile per divertirsi e passare qualche serata in compagnia del pallone. Perché non può bastare? Volete lo scudetto? Invece dovete darvi una regolata.

Certo potranno esserci sprazzi di hybris locali – ricordate i flash mob per portare Politano in nazionale? È la tipica incapacità nostrana di contenere il turbinio dei propri alibi, è la storia secolare della Centoventiquattro spider (“che se non era spider non era buona”). Ma poi passa. Nel complesso, la conservazione può essere una carta vincente a lungo termine, in un luogo dove si conserva tutto, dalle papaccelle ai beni culturali.

Il Napoli è questo. È stato un cammino lungo decenni e si è scelto di fare esattamente quanto si sta facendo. Una manciatina di novità che non inficino la serenità d’animo di chi c’è già. Messaggi calorosi su tweet e posti ufficiali. Tanta applicazione, tanta passione. E Toronto che aspetta, lontana.

Godetevi qualche goccia di splendore (cercate, tipicamente, dove tutti dicono che ci sia un bidone, e viceversa). E state sereni. Il semplice fatto che qualcuna di queste gocce faccia ancora raramente capolino a Fuorigrotta rappresenta un miracolo che sulla 34a strada se lo sognano.

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