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A furia di gridare “al lupo, al lupo”, il Napoli ha perso Koulibaly, Anguissa e Osimhen

È come se le Coppe d’Africa fossero diventate due. Il destino si è accanito sugli azzurri. Ora Spalletti dovrà mostrare spalle più larghe del solito

A furia di gridare “al lupo, al lupo”, il Napoli ha perso Koulibaly, Anguissa e Osimhen

C’era una volta, in un villaggio, un pastorello che ogni notte faceva la guardia alle pecorelle di suo padre. Una notte, per combattere la noia, scese dal fienile e gridò: «Al lupo! Al lupo!». Tante persone, nel villaggio, si svegliarono e uscirono dalle loro abitazioni per aiutarlo. Ad aggredire le pecorelle, però, non c’era nessun lupo: era uno scherzo. Uno scherzo che il pastorello ha ripetuto, divertito, pure nelle notti successive. Una notte, il lupo arrivò davvero e divorò tutte le pecore. Il pastorello gridò, ma ad aiutarlo non arrivò più nessuno. Non c’era più nessuno che gli credeva.

«Al lupo! Al lupo!» è una famosissima favola di Esopo. Probabilmente non c’era neanche la necessità di raccontarla. A cercare su Wikipedia, la più cliccata enciclopedia del web ne spiega così la morale: chi dà sempre falsi allarmi non è più creduto neanche quando dice la verità.

Il falso allarme, a Napoli, era la Coppa d’Africa. Per due mesi ogni elogio – anche giornalistico – alla cavalcata della squadra di Spalletti, che è ancora prima in classifica, era seguito da un’avversativa. Sì, ok, ma a gennaio c’è la Coppa d’Africa. Sì, va bene, però a gennaio perderà Osimhen, Anguissa e Koulibaly. E sì, diciamolo: era decisamente un falso allarme.

Anche perché nella peggiore delle ipotesi i tre Re Magi avrebbero saltato, al massimo, esagerando, 5 partite di campionato. Di cui 4 (Salernitana, Bologna, Sampdoria e Venezia), peraltro, abbastanza abbordabili. Almeno sulla carta. Ma soprattutto perché le squadre – almeno quelle più ambiziose – sono costruite per sopperire alle assenze, che in un campionato così intenso prima o poi arrivano per tutti. Pretendere di prevedere e prevenire ogni difficoltà – pure una che si sarebbe presentata dopo tre mesi – è assurdo, perché le difficoltà, nella vita e anche nel calcio, sono all’ordine del giorno.

E così, come se fosse uno scherzo del destino, si sono infortunati tutti e tre. Osimhen, Anguissa e ora pure Koulibaly. Tutti e tre gli infortuni sono piuttosto seri. Tanto che per Victor è fortemente a rischio la stessa partecipazione alla Coppa d’Africa. Gli altri due, a meno di un recupero-lampo di Anguissa, non riusciranno comunque a rientrare prima della partenza. E così il Napoli 2.0, quello senza africani, è diventato una necessità ancora prima del previsto.

A queste necessità dovrà farsi trovare pronto Spalletti, forte dell’averlo già messo in conto. Che poi, dalle nostre parti lo insegnano, è nella burrasca che si vede il buon marinaio. Quando il mare è calmo, è troppo facile per tutti.

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