Tartaro: «È come se Osimhen fosse uscito da un terribile frontale. I tre mesi di prognosi sono concreti»

Al CorSport: «Deve stare molto attento per non rischiare il ritorno in sala operatoria. L’occhio era uscito dal bulbo. Studieremo una maschera adatta per lui»

skriniar Osimhen

Db Milano 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Viktor Osimhen

Il Corriere dello Sport intervista il professor Gianpaolo Tartaro, il chirurgo che ieri ha operato Victor Osimhen al volto. Un’operazione durata tre ore.

«In un contesto per nulla semplice, anzi reso delicatissimo dallo schiacciamento dell’orbita, dall’accartocciamento dell’osso malare, praticamente frantumatosi. Le varie fratture – non solo quella dello zigomo – hanno rappresentato, ovviamente, complicazioni ed è stato necessario inserire sei placche e diciotto viti. Per rendere l’idea ai tifosi: è come se Osimhen fosse uscito da un terribile frontale. Anzi, come se lui stesso fosse stata la macchina, deformata nel suo aspetto».

Ecco perché la prognosi finale è di 3 mesi di stop.

«Tra sette giorni, volendo, potrà cominciare a corricchiare, lentamente. Ma i contatti, dunque un allenamento vero e proprio, non sarà possibile affrontarli prima delle otto-nove settimane».

Niente Coppa d’Africa.

«Il suo corpo, la sua faccia, sono usciti stravolti dall’impatto con Skriniar. Victor deve stare molto attento perché se ci fossero problemi dopo deve ritornare in sala operatoria».

Il chirurgo racconta le ore successive all’infortunio.

«Victor non riusciva ad aprire l’occhio, praticamente uscito dal bulbo».

Ecco perché, lunedì, dopo gli accertamenti e i controlli, si è preferito evitare l’aereo e tornare a Napoli in auto. Continua:

«Diciamo che siamo nella fase che si chiamerebbe prognosi riservata. Comincia adesso la battaglia della riabilitazione, che andrà affrontata con prudenza. Osimhen è rimasto in clinica e i tre mesi che ci siamo riservati sono concreti. Lo seguiremo, ovviamente, io e Canonico, studieremo una maschera adatta alla conformazione del ragazzo, perché lì ci sono nervi che non vanno sollecitati».

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