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Napoli-Lazio 4-0, pagelle / Koulibaly è impossibile da scalare, Spalletti è l’antidoto alla mediocrità

Dieci a Mertens: un omaggio alla divinità. Il Napoli disinnesca persino la mina vagante Orsato. Quanto sono infelici i laziali che cantano pure “Pulcinella figlio di puttana”

Napoli-Lazio 4-0, pagelle / Koulibaly è impossibile da scalare, Spalletti è l’antidoto alla mediocrità
Napoli 28/11/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly

Le pagelle di Napoli-Lazio 4-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

OSPINA. Stasera, Ilaria, lo spirito di Diego anticipa quello del Natale e la pioggia è un abbraccio benedicente tra il Cielo e il prato verde del Maradona. Ne beneficia finanche Ospinik che al 25’ fa un paratone in volo su quel tiro di Luis Alberto. Indi il conforto di Santa Traversa sulla cabeza di Acerbi – 7

Premessa, Fabrizio: io c’ero. E insieme a quel famoso Napoli-Lazio 4-3 del 2011 questa partita resterà nei miei personalissimi annali come una delle più belle a cui abbia mai assistito dal vivo. Tornando al nostro Ospinik: era sotto la mia curva quando ha detto no a Luis Alberto, ne ho potuto apprezzare la reattività pienissima. Ed era ancora sotto la mia curva quando Mertens ha segnato il suo secondo gol: Ospina si è girato verso di noi per esultare e ti giuro: gli sorridevano persino i guantoni dalla felicità. L’ho amato profondamente – 7

DI LORENZO. L’Euroappuntato stakanovista è in due immagini ma con un unico senso: perde due palloni e poi li recupera subito in modo feroce – 6,5

Vero: ha lottato con ferocia per rimediare agli errori. E Pedro, da lì, non ha avuto alcuna speranza di passare – 7

RRAHMANI. Il Napule torna a non subire gol e Amir fa la sua parte in una serata in cui il Comandante è un muro vivente che nessuno riesce a superare – 6,5

Lì in mezzo, ieri, il Comandante si ergeva altissimo, ma anche Amir ha fatto decisamente il suo – 6,5 

KOULIBALY. Più alto del Kappa due c’è solo l’Everest: in ogni caso stasera Koulibaly è impossibile da scalare e aggiunge un altro capitolo al suo manuale accademico per difensori. Guardare e imparare – 8

Un muro invalicabile, di fronte al quale Immobile è sembrato un pulcino. Attento, preciso, meraviglioso. Esaltazione pura – 9

MARIO RUI. Marittiello Maravilla, ché continua a stupire. Sempre presente nel palleggio travolgente del Napule, al 57’ si esibisce con un tiro a giro di destro, che non è il suo piede, e il camerata Reina respinge. Esemplare invece al 28’: un suo tiro viene ribattuto, la Lazio riparte e il Lusitano torna in difesa a riprendersi la palla – 7,5

Ad un certo punto, in curva, si sono cominciate a levare delle voci: “ma chi è, quello, Mario Rui???”. Qualcuno non poteva crederci, pensava ad uno scherzo ottico, qualcun altro ad un appannamento dovuto alla pioggia. Perché ti giuro, Fabrizio, quello visto ieri sera in campo non sembrava lui! – 7,5

GHOULAM dall’86’. Senza voto

Senza voto, però è sempre bello ricordarsi che esiste – sv

LOBOTKA. Incredibile, Ilaria, la metamorfosi del brutto anatroccolo slovacco: stasera fa il sosia di Jorginho. Sembra un croupier di casinò che distribuisce le fiches sul tavolo. Lobotka trova sempre il modo per avviare il futbol bailado che umilia l’Illusionista che ha imbrogliato Lotito, bravo solo a prendere appunti di tattica – 8

Meraviglioso: padrone assoluto del centrocampo. Si accentrava, smistava, sradicava, dirigeva. Anche lui abbiamo stentato a riconoscerlo. Lo ringrazio per essersi trasfigurato in questo modo proprio nel giorno in cui ho deciso di tornare allo stadio – 8

FABIAN RUIZ. Consapevole del proprio talento, l’Aquila volteggia sicura e decisiva sul secondo e sul terzo gol del Napule. Sostituito da Lobo davanti alla difesa, è libero di aprire e inventare. Certo, talvolta cade nei soliti errori di appoggio, sbagliando anche qualche tiro fuori tempo che, ribattuto, innesca il contropiede laziale, ma il quarto gol spazza via tutto. E così resta solo la luce – 7,5

Entra in quasi tutte le azioni del Napoli, quelle decisive, intendo. Con Lobotka è stato oro negli occhi, meraviglioso – 8

MALCUIT dall’86’. Senza voto

Senza voto

LOZANO. El Tav sta sulla retta via ed è una molla sempre pronta a schizzare laggiù a destra. Ci prova tantissimo, senza dimenticare l’assist per la seconda perla di Ciro nostro – 6,5

Il titolo potrebbe essere: la solitudine di Lozano. Era sempre solo a destra, smarcato, eppure nel primo tempo è stato servito pochissimo. Nel secondo è andata meglio, ma non ha mostrato la stessa verve dei compagni, a mio parere – 6,5 

ELMAS dal 64’. Entra per gestire e quello fa – 6

E lo fa anche con ordine – 6

ZIELINSKI. Rinato. Finalmente posso chiamarlo di nuovo San Piotr. E’ di Zeta la cagliosa (con il sinistro) dell’uno a zero. Per settanta minuti e passa non si ferma mai, dinamico e potente, e occupando militarmente ampi spazi – 7,5

Ha trafitto Reina senza prova di appello, giganteggiato tra gli uomini di Sarri annientandoli. Soprattutto, non è andato mai in cortocircuito, riuscendo a tenere la lampadina accesa e luccicante. Che meraviglia quando Piotr sta così – 8

DEMME dal 73’. Il tempo di un cartellino giallo – senza voto

Un cartellino inutile – sv

INSIGNE. Il trionfo dell’effimero, a parte l’assist per il due a zero. Non supera l’uomo e non gli riesce mai un tiro. Ma stasera è festa e voti negativi non sono ammessi – 6

Il problema di Insigne è uno solo: l’infantile capriccio. Perché ieri ha partecipato ancora una volta all’azione in modo concretissimo, portando palla davanti, recuperando dietro e aprendo la difesa della Lazio ogni volta che era possibile farlo, ma ci sono due problemi: il primo è che quando si intestardisce scioccamente sul segnare un suo gol diventa di colpo piccolo piccolo (tanto da scusarsi con il pubblico per aver provato l’ennesimo tiro a giro mentre al centro c’era Petagna che avrebbe solo dovuto buttarla dentro), il secondo che anche nel recupero palla in fase difensiva è come se volesse sempre avere lui l’ultima parola (intralciando talvolta i compagni) – 6,5 

MERTENS. Ciro è mobile, non una statua, e torna all’antico con due reti da cineteca, oltre a propiziare il vantaggio di San Piotr. Il primo gol lo segna dopo aver saltato due avversari, il secondo lo realizza tirando subito dal vertice destro dell’area laziale. Esulta, ride e fa le mosse. Poi dato che l’intelligenza non gli manca dice pure: “Senza Osimhen forse giochiamo di più la palla”. Stasera è un Mertens che ostenta le iniziali del suo nome: DM. Il voto non può essere che un omaggio alla divinità diventata immortale un anno fa (mi astengo per carità di patria dal giudizio sulla statua e anche su tutto il resto) – 10

Straordinario. Ci ha regalato la partita perfetta, anche lui sembrava trasfigurato. Ha segnato al 10′, nel giorno in cui il Maradona ricordava Diego. Ha reso il freddo meno intenso, la pioggia meno battente, la grandine leggera come la neve, le mascherine meno invasive, il cielo meno plumbeo. Erano anni che non si vedeva un Dries così, Fabrizio. Completamente calato nella partita, di fronte a Sarri, poi, colui che lo ha creato centravanti. Il voto che gli hai dato è l’unico possibile, quindi lo faccio mio. Ma i numeri, di fronte a quello che ci ha regalato ieri, non contano più niente. Da 10 a infinito, perfetto – 10

PETAGNA dal 64’. Il risultato della partita è tale che i compagni perlopiù lo ignorano, andando alla ricerca della gloria personale – senza voto

Non tutti i compagni: Insigne – sv 

SPALLETTI. Il Napule è ancora in piedi: batte la Lazio, non subisce gol ed è primo da solo. Il mago Luciano fa di necessità virtù e senza Victor Victoria gli azzurri diventano palleggio e spinta a ritmo continuo, senza sprecare e senza cedere all’autocompiacimento estetico. Questa squadra è duttile grazie a lui ed è sempre lassù. Spalletti usa il verbo giusto: godersela. Godersi tutto, pure la disfatta sarrita – 9

Ha ragione quando dice che è stata una partita indelebile, che fa giurisprudenza su tante cose. E ha ragione quando parla della gioia dei calciatori in campo, del fatto che non volessero più uscire, che volessero continuare a segnare ancora e ancora e ancora. La Lazio di ieri era zero, ma la cosa meravigliosa è che il Napoli non ha aspettato di misurare l’avversario per poi decidere se potesse aggredirlo o meno, lo ha divorato dal primo all’ultimo istante. Se ieri ci fosse stata qualunque altra squadra sarebbe forse stato lo stesso. La partita di ieri è stata pura gioia, compenetrazione, un calcio alla mediocrità. La celebrazione dello Spallettipensiero: il nostro obiettivo è non vivere nella mediocrità. Una frase che bisognerebbe stampare sui muri della città – 10

ARBITRO ORSATO. Poteva essere una mina vagante e incontrollabile. Per fortuna che il Napule ha subito ammazzato la partita – 6

Fabrizio, permettimi di approfittare delle nostre pagelle per fare un plauso ai tifosi laziali che, nonostante la loro squadra perdesse e pure malamente, hanno cantato per 90 lunghissimi minuti perché avevano concetti molto importanti da esternare, da ribadire. Il primo: “Noi non siamo napoletani”. E infatti Piotr gliel’ha fatto capire subito: no, non siete decisamente come noi, non siete napoletani. Il secondo: “Colera Napoli”, e lì è dovuto intervenire Mertens a fargli capire la pesantezza della malattia. Il terzo: “Vesuvio lavali col fuoco”, e ancora Mertens gli ha fatto cadere addosso la colata lavica che tanto caldeggiavano. E infine, il terzo, il miglior coro, l’altissimo, che personalmente non avevo ancora mai ascoltato, e per il quale meritano una menzione: “Pulcinella figlio di puttana”. Lì ha dovuto per forza pensarci Fabian Ruiz. Era troppo divertente quel coro, era giusto celebrarlo. Noi, intanto, al Maradona, ridevamo a pazzi e gli facevamo ciao ciao con la manina con 4 dita ben esposte. Il voto è al Maradona, anche in quanto a comodità della curva, devo dire – 10

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