Mourinho: «Non è un attacco alla società, ma è chiaro che la rosa della Roma non è competitiva»

A Dazn: «In estate il club ha dovuto ripulire situazioni disperate. Non abbiamo due giocatori per posizione. Non è la stagione per pensare in grande»

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Roma 04/11/2021 - Conference League / Roma-Bodo/Glimt / foto Image Sport nella foto: Jose' Mourinho

«Non è un attacco alla società, ma la rosa non è competitiva. Non è l’anno per pensare in grande»

Dopo la sconfitta contro il Venezia, ai microfoni di Dazn ha parlato il tecnico della Roma, José Mourinho.

Cosa è successo?

«Si può dividere la storia della partita tra il dominio e il calcio offensivo, la creazione di tante opportunità da parte nostra, che non siamo riusciti a sfruttare nel numero dei gol. Due gol per una squadra che ha creato tanto è poco. E’ una partita che con più qualità tecnica e decisione avrebbe portato 6-7 gol. Poi possiamo mettere nella storia anche  il primo e il terzo gol che abbiamo concesso, il primo è su palla inattiva, una cosa si ci lavoriamo tutta la settimana, il terzo, in contropiede difensivo, non si può rischiare così un fuorigioco ipotetico, non si può fermare così la corsa ma tagliare in diagonale per cercare di arrivare. E’ un momento in cui devo stare emozionalmente controllato, il secondo gol ha cambiato la partita. Io sono qui per parlare, l’arbitro non è qui, il Var non è qui, la nostra vita è così, o dobbiamo noi digerire la situazione e soffrire, perché gente che lavora tanto come noi soffre».

Cosa non condivide del rigore?

«Preferisco non commentare, le regole in genere sono fatte per gente che capisce poco di calcio, che non ha giocato né allenato, poi c’è l’interpretazione della regola e il feeling con quello che si fa, finisce tutto in questa ovvia situazione dello spazio del dubbio delle decisioni. Di solito quando arrivi a fine stagione trovi più o meno un punto di equilibrio tra le volte che le decisioni sono state a tuo favore o meno, questo è il calcio, ma quando c’è un’accumulazione settimana dopo settimana inizi a pensare che è meglio stare zitto e non dire ciò che pensi».

Si chiede perché?

«Io sì, ma rispondo a me stesso, non posso parlare».

Oggi la squadra non ha reagito al gol preso, in altre circostante invece sì.

«Dopo il primo gol abbiamo reagito subito, è anche arrivato quel rigore che secondo me è fuorigioco. Nel primo tempo abbiamo dominato tanto, abbiamo reagito, avuto controllo, dominio, gol. La squadra ha mancato di concentrazione e qualità tecnica per prendere le decisioni giuste, mancanza di qualità, ma come rispetto per se stessi, la società e la tifoseria non ho assolutamente niente da dire. Abbiamo ovviamente dei problemi quando si cerca di costruire una squadra bisogna sempre partire da un’idea di gioco, ma quando la rosa è squilibrata, quando non hai abbastanza opzioni per le varie posizioni, hai gli infortuni, cartellini, stanchezza, invece di essere allenatore di costruzione diventi allenatore di reazione, devi inventare e risolvere i problemi della rosa. Non abbiamo due giocatori per posizione, la rosa è limitata, non è una critica alla mia società, lo sanno cosa hanno fatto in estate e che stanno facendo, hanno fatto una rosa per pulire e reagire a situazioni disperate, come la perdita di Spinazzola e Dzeko, non è una critica ma una realtà, non è la stagione per pensare in grande. Credo si debbano sempre alzare le motivazioni. Dobbiamo sempre dire che la nostra meta è il quarto posto».

 

 

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