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Hamilton: «Quando guido penso ai duemila lavoratori che dipendono da me. Se devo frenare, freno»

Il pilota inglese alla BBC: “Sono maturo e so che devo evitare collissioni. Non sono così pieno di me da non saper frenare e decidere di combattere un altro giorno”

Hamilton: «Quando guido penso ai duemila lavoratori che dipendono da me. Se devo frenare, freno»
Sakhir (Bahrein) 28/03/2018 - gara F1 / foto Imago/Image Sport nella foto: Lewis Hamilton

Sua maturità Lewis Hamilton. Rosicchia punti su punti a Max Verstappen, in attesa che la rimonta Mondiale si compia. Gli restano due Gp per farsi di nuovo re in Formula 1. Intanto detta alla BBC il suo nuovo vangelo: meglio andarci piano. Un controsenso apparente.

“Devo solo essere molto, molto cauto, più cauto che mai. Piuttosto che dare al mio avversario il beneficio del dubbio, so cosa sta per accadere. Quindi devo essere sempre pronto a evitare una collisione, a tutti i costi, anche se questo significa andare largo. Se sei testardo e tieni la tua posizione, andremo a sbattere”.

“Non mi dispiace essere quello che frena per primo. Non sono troppo forte o troppo di successo per non fare marcia indietro e combattere un altro giorno. So che a volte è la strada che devi prendere. Devi essere il più furbo. E a volte perdi punti nel farlo, ma non si tratta solo di me. Ho 2.000 persone dietro di me e da quella decisione egoistica che potrei prendere – ‘No, tengo la mia posizione’ – dipende tutta la mia squadra e i loro potenziali bonus di fine anno, tutto il duro lavoro che devono fare, i danni alla macchina. Sono consapevole anche di queste cose”.

“Verstappen non è l’unico pilota contro il quale corro così. Ora sono più maturo, osservo un po’ più a fondo il loro carattere e un po’ del loro background, l’educazione. La nostra educazione è il motivo per cui agiamo nel modo in cui agiamo e ci comportiamo nel modo in cui lo facciamo, nel bene o nel male. Quindi provo a capirli in modo da poter apprezzare di più chi è quel personaggio con cui sto correndo”.

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