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Allo stadio tanti bambini: la forza di Napoli e del Napoli

Napoli e il Napoli saranno sempre Maradona. Ieri non si poteva pensare di vedere una partita diversa: il Napoli non è una squadra di calcio ma uno stato d’animo

Allo stadio tanti bambini: la forza di Napoli e del Napoli
Napoli 28/11/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Lorenzo Insigne

Non si può scindere il calcio dalla città se il pallone è stato per anni l’unica ribalta morale ed economica di un popolo devastato da politica e terremoto negli anni ’80, fino all’inizio dei ’90, fino a Genova sponda Sampdoria. Ieri allo stadio, tanti decenni mischiati, tanti occhi e figli di quegli occhi che in petto avevano il rumore di quei tempi, il solco di un fossato emozionale che ha forzatamente diviso la storia dal suo tempo. Napoli e il Napoli sono platonicamente rappresentati e Napoli e il Napoli saranno sempre Maradona: il prima e forse il dopo. Come spartiacque di gioia e dolori. Questa energia, come magma rinfacciato (viene in mente Lucio Amelio e la sua galleria sismica) è un terremoto continuo che talvolta unisce talvolta divide ed in mezzo c’è il ballerino modo di amarci. Ieri non si poteva scindere Napoli in due parti. Ieri non si poteva pensare di vedere una partita diversa poiché la carica emotiva, evocativa, rabbiosa che si mischiava alla pioggia copiosa dello stadio, ha fatto capire all’Italia (se mai ve ne fosse ancora bisogno) che il Napoli non è una squadra di calcio ma uno stato d’animo. Mertens il simbolo più autentico della commistione tra popolo e pallone.

La necessità di unirci in uno scopo comune riesce solo con il calcio. La libertà di essere totalmente devoti ad un percorso unitario si manifesta solo quando c’è in campionato di calcio. Se fino ad adesso vi era semplicemente un passaggio malinconico di inmagini ora c’è una statua a ribadire e a sancire l’appartenenza all’unica ragione di condivisione di un popolo. La gente ha la sua icona in bronzo, i calciatori il loro riferimento più alto, l’Italia il suo meraviglioso nemico che tanti ‘hijos de puta’ le è costato. Napoli e il Napoli ieri hanno capito che, insieme, sono una valanga esplosiva e quel “per la prima volta abbiamo giocato in casa” denota la necessità di Spalletti di cavalcare questa forza che sembrava essersi dissolta. Non si può scindere dalla città il calcio, non si può fare a meno della simbiotica voglia di essere i migliori d’Italia.

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