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Glassmann il calciatore che segnò la fine di Tapie, ne denunciò il tentativo di corruzione

Per Marsiglia-Valenciennes. L’OM finì in B. «Non fui un eroe. Avrei dovuto tradire i miei compagni, i tifosi, i miei principi. Ma perché?»

Glassmann il calciatore che segnò la fine di Tapie, ne denunciò il tentativo di corruzione

In Italia il nome di Jacques Glassmann non dice granché. Una modesta carriera di calciatore: in tutto 34 presenze in Ligue1, il grosso nella Serie B francese tra Mulhouse, Tours, Valenciennes. È qui, nell’unica stagione in Ligue1 del Valenciennes che diventa uno dei giocatori più famosi del calcio francese. Perché fu a lui – e a Burruchaga – che si rivolse il Marsiglia di Tapie per accomodare la partita contro il Marsiglia d’oro che era in lotta col Psg per la conquista del campionato. Mancavano tre giornate alla fine del campionato. La partita era in programma il 20 maggio. Il 26 si sarebbe disputata la finale di Champions contro il Milan. In quei quattro giorni, come ha scritto L’Equipe, Tapie visse il momento più alto e il momento più basso della propria storia calcistica e non solo. Finì condannato, il Marsiglia in Serie B e dovette vendere i calciatori migliori. Fu la fine del ciclo d’oro.

In Francia è famoso come il caso VA-OM.

Glassmann oggi ha 59 anni. Di interviste ne ha rifiutate tantissime. Nel 1995 la Fifa gli consegnò il Premio Fair Play per la sua onestà.

Nel 2003 a La Libre disse:

Da quando ho denunciato il tentativo di corruzione di Bernard Tapie, c’è sempre un truffatore che mi insulta, per strada, al cinema. Qualche settimana fa, qui a Valenciennes, un ragazzo mi ha minacciato. Ma la situazione progressivamente migliora. Tuttavia, preferisco non giocare partite senior nel Sud.

Glassmann fu il testimone decisivo. Raccontò la sua versione alla magistratura.

Il 19 maggio 1993 il suo compagno di squadra Christophe Robert lo avvicinò: “Il Marsiglia deve assolutamente vincere. Hanno scelto noi tre, con Burruchaga, per un accordo”.

Glassmann rifiutò. Venne contattato telefonicamente da Bernès il direttore del Marsiglia (l’Olympique Marseille) che gli disse: “Preferisci perdere con i soldi in tasca o perdere con zero franchi? Non avete nessuna chance”.

Il difensore rivela tutto la sera stessa della partita. Burruchaga confermò le sue accuse. Una busta contenente 250.000 franchi francesi venne scoperta nel giardino della zia del giocatore Christophe Robert.

Glassmann ha conosciuto anche sette mesi di galera. Ha scritto un libro su quella vicenda. Oggi, con l’Unione calciatori professionisti, si occupa dei giocatori che si ritirano, li aiuta a entrare nella vita “normale”.

Un anno e mezzo fa, ha concesso un’intervista a “L’Alsace” dopo averne rifiutate tantissime ed essere rimasto in silenzio per tanto tempo.

“Qualche tempo fa mi hanno contattato anche quelli di Netflix, non so cosa volevano. Sin dalla prima udienza ho detto tutta la verità. Non ho mai cambiato una parola. E l’indagine mi ha dato ragione. È da molto tempo che non c’è più nulla da dire dell’argomento e che tutte le persone coinvolte in questa vicenda hanno imparato a vivere con la loro coscienza”.

Dice di rifiutare l’etichetta di persona onesta.

«Non sono un eroe e non sono più “bravo ragazzo” di altri. Non ho cambiato il mondo, ho solo fatto qualcosa che in linea con i valori».

È cresciuto nella fede cattolica di una modesta famiglia alsaziana che si stabilì a Bourtzwiller.

«Ho sofferto più per l’infortunio al ginocchio quando ero al Racing Strasbourg: schiacciamento del nervo sciatico e paralisi della parte inferiore della gamba. Ero sicuro che la mia carriera fosse finita. L’allenatore non mi schierava più, nemmeno dopo il recupero, e chiesi di lasciare il Mulhouse senza compenso».

Dell’ormai celebre caso di corruzione dice:

«Avrei dovuto tradire i miei compagni di squadra che non sapevano nulla, i fan del Valenciennes che vivevano per noi, i miei principi. Seriamente, perché avrei dovuto farlo?»

Agli insulti e agli striscioni contro, preferisce conservare le migliaia di lettere di sostegno che ha ricevuto e apprezzato.

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