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L’Italia abituata a chinare il capo, si è rassegnata al disservizio Dazn

Surreale comunicato dell’azienda che giustifica il black-out col picco di connessioni. Dazn è come la metropolitana di Napoli: bellissima ma non passa mai. E gli utenti non ci fanno più caso

L’Italia abituata a chinare il capo, si è rassegnata al disservizio Dazn

A Napoli chi attraversa sulle strisce pedonali (in genere stinte, quasi invisibili), ringrazia con riverenze orientali l’automobilista che si ferma, mostrando una gratitudine non diciamo eterna ma che certamente in quel momento è intensa. Quell’automobilista non ha ottemperato al codice della strada, come è considerato nel resto d’Europa. No, ci ha fatto una cortesia.

È un esempio. Un esempio che crediamo rappresentativo dell’abitudine del cittadino italiano a piegare la schiena, a incurvarsi sempre di più, forse perché si ritiene fondamentalmente indegno dei propri diritti. In Italia si ringrazia per quel che ci è dovuto. Anche perché, appena può, qualsiasi cittadino prova a sfruttare i propri privilegi. Per tutto. Da noi non si iscrive più il figlio a scuola e basta. Si lotta e ci si fa raccomandare per quella determinata sezione. Così per lo sport, per tutto. Figuriamoci la sanità, il lavoro, l’università. Ci siamo capiti.

La reazione allo sfogo di Mancini contro Autostrade, è stata emblematica. La reazione è stata: “noi abbiamo passato una vita di fronte a uscite autostradali chiuse senza preavviso, ora arriva Mancini tomo tomo cacchio cacchio e si indigna”. Sì, il mondo del calcio vive immerso nel privilegio (del resto nessuno butta pomodori al bus della squadra che in barba al Covid gira per Roma dopo aver vinto l’Europeo), ma colpisce la reazione che è sempre in direzione orientata a subire. Non si cavalca Mancini per la rivendicazione del proprio diritto. Quello ormai non è minimamente in discussione. Deve subire come subiamo noi. La fantascienza di ottenere informazioni chiare e precise – che Autostrade sostiene ci fossero – non rientra nel nostro orizzonte.

In questa cornice, che volete che sia il disservizio di Dazn? Dazn, lo ripetiamo, ha mille pregi, è una figata. Ha un solo difetto: non si vede. Ma non quando c’è il picco, la rete così, i megabyte. Non si vede. Rallenta. L’immagine si allontana. Compare la rotellina. E anche qui, spuntano quelli che puntano il dito contro la tua ignoranza: “e ma se non hai la connessione giabalino giabalotto, allora dillo, sei ignorante e meriti di non guardare la partita”. Entri in uno stato di sudditanza. I soldi che versi a Dazn sono un risarcimento della tua ignoranza, una espiazione della colpa. È giusto che tu non veda il gol di Koulibaly, che audio e video non siano in sincrono, che accanto esultano quando da te ancora i giocatori stanno bevendo dalla borraccia. Perché se non hai studiato tutto il ventaglio di connessioni possibili – in Italia e in Europa – non hai diritto a guardare il calcio.

Giustamente un amico mi ricordava che il successo dell’automobile è stato proprio questo. Non c’era e non c’è bisogno di essere Forghieri o Jean Todt per portare la macchina. Tu inserisci la chiave, ora la tessera o cosa volete, si accende e parti. Senza sapere praticamente nulla del motore. NULLA.

Ormai anche per Dazn ci siamo uniformati alla rassegnazione. Siamo cittadini italiani, quindi dobbiamo subire. La Lega Serie A ha chiuso un accordo per non far vedere il calcio agli italiani ma gli italiani devono rimanere in silenzio. Devono persino ringraziare.

Tant’è vero che oggi Dazn ha emesso un comunicato surreale: ha ammesso il disservizio al gol di Koulibaly (in realtà non era solo al gol di Koulibaly) per un picco di connessioni. Un picco? Voi avete chiuso un accordo per trasmettere in Italia il campionato di calcio, dite che è saltato per un picco durante Napoli-Juventus? È come se in sala operatoria non ci fosse sangue per un trapianto. Avremmo capito se avessero chiuso un accordo per l’esclusiva degli innaffiamenti negli orti botanici. Per capirci, Dazn è come la linea 1 della metropolitana di Napoli. È bellissima, stazioni meravigliose. Ma i treni non passano mai. È la stessa cosa.

Qui sul Napolista non esprimiamo fino in fondo il nostro pensiero altrimenti potrebbero accusarci di istigazione alla violenza. Questo è, dobbiamo rassegnarci. A Dazn come alla metropolitana di Napoli. Tant’è vero che abbiamo constatato che non ci siamo nemmeno innervositi per aver perso il gol di Koulibaly. Lo sapevamo. Siamo stati felici perché per i primi venti minuti la partita l’abbiamo guardata bene. Quasi quasi paghiamo una mensilità aggiuntiva a Dazn e a tutti i club di Serie A. Grazie.

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