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Gazzetta: a Latina hanno chiuso la curva per i cori razzisti contro i meridionali, perché a Udine no?

Gianfranco Teotino chiede provvedimenti più netti contro il razzismo negli stadi. Ci sono tutte le tecnologie per individuare i responsabili invece nessuno fa niente

Gianfranco Teotino, sulla Gazzetta dello Sport, scrive dei cori razzisti che hanno purtroppo connotato le prime giornate di campionato. E’ bastato riaprire gli stadi per tornare ad ascoltare le offese di una parte dei tifosi, purtroppo. E’ capitato con i milanisti Bakayoko e Kessie (da parte di tifosi della Lazio), con il portiere del Milan Maignan a Torino nel prepartita di Juve-Milan e anche durante Udinese-Napoli, con i cori contro Napoli e i napoletani. Sarebbe meglio intervenire subito, scrive. E stigmatizza l’assenza di reazione delle autorità preposte.

Tutti episodi da non sottovalutare e che sarebbe bene bloccare sul nascere. E invece il fattore comune di queste manifestazioni inaccettabili è stata la mancanza di reazione dei responsabili dell’ordine pubblico e delle autorità calcistiche presenti”.

Né nel caso di Bakayoko e Kessie (dove il Milan ha presentato un esposto alla Procura Figc corredandolo delle prove raccolte) né nel caso di Maignan, ci sono state segnalazioni da parte degli arbitri o degli ispettori federali. Peggio ancora nel caso di Udinese-Napoli, scrive.

“Peggio ancora, se possibile, è andata a Udine dove una segnalazione è stata sì inviata al giudice sportivo, ma durante la gara non vi è stato il richiamo dello speaker né tantomeno l’interruzione del gioco, nonostante i cori “Vesuvio lavali col fuoco” et similia fossero ben udibili non solo dentro lo stadio ma pure in tv. Ancor più sorprendente la lievità della sanzione inflitta dal giudice sportivo all’Udinese: soltanto una multa di 10.000 euro “per avere suoi sostenitori… intonato cori insultanti di matrice territoriale nei confronti dei sostenitori della squadra avversaria”. Per un episodio simile nel corso di Avellino-Latina dieci giorni fa (in quel caso i razzisti erano in trasferta), il giudice sportivo della Serie C aveva deliberato la chiusura delle curve dello stadio di Latina per una giornata con la condizionale, sanzione cioè sospesa per un anno con minaccia di provvedimenti assai più gravi in caso di recidiva. Una decisione più congrua. Sarebbe opportuna una maggiore severità, naturalmente tenendo conto degli sforzi delle società di arginare simili comportamenti. Invece si tende a minimizzare quel che accade, talvolta a oscurarlo, a differenza di quanto accade altrove in Europa”.

Non solo. Teotino si chiede come mai ci siano tante difficoltà nell’individuare i responsabili,

nonostante le tante telecamere e tecnologie disponibili soprattutto negli stadi nuovi, come quelli della Juventus o dell’Udinese. In Inghilterra bastano poche ore per scovare i colpevoli e squalificarli a vita dagli stadi”.

Bisognerebbe cominciare a studiare delle iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica, conclude Teotino.

La partita contro il razzismo è l’unica che lo sport italiano in questa estate dorata non è riuscito a vincere. Anzi, non vi ha nemmeno partecipato“.

 

 

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