Ha chiuso le porte in maniera inequivocabile a chi cercava divergenze col club sul mercato. È stato chiaro, diretto, nemmeno verboso. Agroppiano su Insigne
Visto che quest’anno si daranno i voti persino ai terreni di gioco, possiamo consentirci di giocare dando un voto alla conferenza stampa di Spalletti (non possiamo assicurare che lo faremo a ogni conferenza). Questa è stata perfetta. Da dieci in pagella. Spalletti è stato chiarissimo, mai anodino. Secco. Lui che ha la debolezza di dilungarsi, stavolta è stato esemplare anche nei tempi. Rari gli svolazzi, comprensibili. Ha parlato poco di campo perché ci sono state poche domande di campo.
Ha regalato una frase da Napolista in purezza: «Lamentarsi è da sfigati». Sarà dura non metterla in esergo sul nostro giornale. È stato esemplare nel mettere subito le cose in chiaro: «Non mi manca niente. Né a me né ai giocatori». E ha persino aggiunto, sfoderando un orgoglio che magari fosse contagioso: «Essere noi è bellissimo».
Ha aggiunto, e ha fatto bene, che però lui questa squadra vorrebbe tenerla così com’è. Ha accettato il Napoli per i giocatori che ha. Nulla chiede ma nulla vorrebbe che gli fosse tolto.
È stato agroppiano su Insigne, ha ricordato il buon Aldo sullo stress: “Ce l’ha mio cognato che lavora in fabbrica, i calciatori non possono averlo”. Ha applicato l’Agroppi pensiero a Insigne: abbiamo sognato da bambini di stare in questo mondo, lui non si farà certo turbare dal mercato e dal contratto.
Con i tifosi ha utilizzato il loro linguaggio. Retorico certo, ma anche doveroso. Ha anche concesso la frase per i più arditi: «È la mia sfida più arrapante».
Ha detto di essere stato accolto bene ma ha aggiunto: “Essere con me, vuol dire essere con il Napoli”. Giusto. È un uomo del Napoli, è l’ambasciatore del Napoli, in realtà ne è l’amministratore delegato de facto. Ha chiuso subito la porta a chi voleva e vorrà per tutta la stagione creare quanto più spazio possibile tra lui e la proprietà.
In archivio c’è un elogio gratuito di Koulibaly. È stato sempre calmo, sereno. Ovviamente siamo alla prima, per certi versi è la conferenza più semplice. Possiamo però dire che gli intenti ci sembrano lodevolissimi. Ha parlato da condottiero, da leader responsabile non solo della squadra ma del marchio Napoli. Potremmo sintetizzare con aziendalista ma sarebbe riduttivo.
Ci è piaciuto. Assai.